MONTEPRANDONE – Assemblea stracolma di persone quella tenuta nella serata di mercoledi 20 marzo 2013 presso la sala consiliare in Piazza dell’Unità a Centobuchi, sintomo che attorno alla questione della centrale a biomasse che andrebbe realizzata nella zona industriale nei pressi del distributore Tamoil, c’è parecchio interesse mescolato ad una forte preoccupazione per la salute dei cittadini.

Tutto iniziò nel 2008 quando la ditta Urbinati chiese l’autorizzazione per la realizzazione della suddetta centrale, a cui fece seguito nel maggio 2009 la richiesta di documentazione integrativa della Provincia di Ascoli Piceno trasmessa alla ditta dalla Regione Marche. Nel frattempo l’ufficio tecnico del Comune di Monteprandone dava parere favorevole alla realizzazione della centrale dato che la legge vigente non concede poteri decisionali ai Comuni in merito alle installazioni di queste centrali, ma solo ed esclusivamente pareri di natura tecnica. Nel frattempo la Provincia il 18 dicembre 2009 dava parere favorevole al procedimento, ma giungeva a compimento anche la legge regionale sulle valutazioni di impatto ambientale, assente ai tempi dell’autorizzazione. E proprio sulla base di questa legge nel maggio 2011 la Regione negava l’autorizzazione alla realizzazione della centrale a biomasse. L’Urbinati snc faceva ricorso al Tar essendo a loro dire trascorsi i 180 giorni richiesti dalla legge per richiedere ulteriori integrazioni nel progetto. Nel luglio 2012 il Tar accoglieva il suddetto ricorso obbligando la Regione a rilasciare l’autorizzazione.

Si arriva dunque a ieri con una popolazione rumoreggiante che lamenta principalmente la scarsa informazione ricevuta da parte dei vari enti, in particolar modo da parte dell’Amministrazione comunale. Pur essendo un iter iniziato nel 2008 la maggioranza dei cittadini è venuta a sapere dell’entrata in funzione della centrale solo 15 giorni fa. La serata è iniziata mostrando anche un video del dottor Tamino, docente all’Università di Padova, che esponeva i rischi derivanti dalle emissioni delle centrali a biomasse, e anche sulle conseguenze che si hanno su boschi, piante e vegetazione da cui alcune centrali traggono linfa per bruciare oli, vegetali e scarti oltre a segnalare i pericoli per la salute derivanti dalle polveri e dalle esalazioni della centrale, nonostante sia di 0,8 MW.

Da aggiungere inoltre che nella centrale a biomasse di Centobuchi per produrre questa energia sarà impiegato del diesel come combustibile. Al termine del video i promotori dell’assemblea e la popolazione esortano Stracci ad intervenire per spiegar loro quale sia la posizione dell’Amministrazione. Il sindaco ha evidenziato come “pur non avendo il Comune la possibilità di avere l’ultima parola su questa faccenda ci stiamo già muovendo per capire quale strada intraprendere insieme ai cittadini per tutelare la salute di tutti noi. Ribadisco che a noi fu chiesto solo un parere di natura tecnica. Essendo l’area in questione “bianca” e quindi a bassa densità abitativa l’Ufficio predisposto non ha potuto non rilasciare il via libera. Stiamo valutando un caso simile in Sicilia dove in un comune tramite studi imparziali sulla salute fatti svolgere dall’Università di Palermo dalle facoltà di Agraria, Medicina e Ingegneria sono riusciti a bloccare i lavori rigurdanti una centrale e far chieder alla Regione l’autotutela. Si tratta di capire se in termine di legge possiamo agire anche noi cosi.”

L’assemblea ha però continuato a rimproverare all’Amministrazione un’ insufficiente campagna informativa. Parecchi cittadini hanno asserito che “di questa centrale tutti noi ne siamo venuti a conoscenza qualche giorno fa. Non ci sembra un atteggiamento corretto questo quando se ne iniziò a parlare più di 4 anni fa. La popolazione deve essere subito messa al corrente di cosa si intenda fare nel proprio territorio. “Si è deciso infine di costituire un comitato di cui facciano parte solo ed esclusivamente persone non appartenenti a forze politiche per garantire l’ imparizalità e mettere in risalto il carattere universale del diritto alla salute, che si adoperi al fine di bloccare l’entrata in funzione della centrale che a dir loro “provocherebbe seri danni al benessere della popolazione. Noi crediamo che la salute di tutti venga prima del profitto privato“.  La battaglia dunque è solo all’inizio.