SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Per concludere e terminarla con un’indagine che la mancanza di idonei risultati rende quanto mai penosa, dobbiamo dire che, da qualunque parte si esamini la questione, non c’è nulla in comune fra gli asparagi e l’immortalità dell’anima”

Sabato 23 marzo, ore 21, al Teatro dellOlmo verrà messa in scena una conferenza spettacolo “L’ora del grottesco”, a cura di Pierfrancesco Giannangeli, docente di Storia dello spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.

Lettura scenica delle opere di Achille Campanile: Visita di condoglianze, Tragedie in due battute, Centocinquanta la gallina canta, Acqua minerale, Dramma giallo, La quercia del Tasso.

Tra gli interpreti: Anna Annibali, Chiara Bellabarba, Maria Vittoria Chessa, Deana D’Agostino, Francesca Filomeni, Patrizia Mazza, Riccardo Marinelli, Giusi Micheli, Andrea Mondozzi, Adriana Paoletti, Olga Piergallini, Sibilla Spaccasassi, Francesca Tesei, Leonardo Urriani, Valentina Vagnoni e Piergiorgio Cinì.

Achille Campanile è stato uno scrittore, drammaturgo, sceneggiatore e giornalista, celebre per il suo umorismo surreale e i giochi di parole. Molti critici hanno elevato lo scrittore a “classico” del Novecento. Oltre che all’analogia con alcuni dei percorsi pirandelliani in tema di convenzioni, Campanile è stato variamente accostato alle ricerche sull’assurdo di Ionesco (accostamento che respinse) ed al surrealismo, ma secondo alcune visioni costituirebbe un unicum, un caso pienamente a sé e di non vantaggiosa comparazione. Come tutti gli umoristi, Campanile fu sottovalutato per anni da tutta la critica ufficiale; la sua riscoperta da parte del pubblico e della critica negli anni settanta rese giustizia ad uno dei più grandi umoristi italiani. In particolare Umberto Eco ne analizzò lo stile e la modernità del suo umorismo paradossale e surreale.

L’umorista tra l’altro è uno che istintivamente sente il ridicolo dei luoghi comuni e perciò è tratto a fare l’opposto di quello che fanno gli altri. Perciò può essere benissimo “in hilaritate tristis e in tristitia hilaris”, ma se uno si aspetta che lo sia, egli se è un umorista, può arrivare perfino all’assurdo di essere come tutti gli altri.

In hilaritate hilaris e in tristitia tristis perché, e questo è il punto, l’umorista è uno che fa il comodo proprio: è triste o allegro quando gli va di esserlo e perciò financo triste nelle circostanze tristi e lieto nelle liete” Achille  Campanile.

Ingresso 5 euro

Si consiglia la prenotazione: telefono  0735 582795  teatriinvisibili@libero.it