SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’AgCom condanna l’amministrazione comunale. L’Autorità per le Garanzie nella Comunicazione dà torto a Giovanni Gaspari nell’ambito della vicenda dei manifesti autopromozionali installati in città a poche settimane dalle elezioni politiche e ordina al Comune di San Benedetto di pubblicare sul proprio sito web entro tre giorni dalla notifica dell’atto – e per la durata di quindici giorni – un messaggio recante l’indicazione di non rispondenza a quanto previsto dall’articolo 9 della legge del 22 febbraio 2000, numero 28.

“Dell’avvenuta ottemperanza alla presente delibera – si legge nel documento – dovrà essere data tempestiva comunicazione all’Autorità. La mancata ottemperanza al presente ordine comporta l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria”.

Si tratta di una vittoria per Daniele Primavera, che aveva immediatamente denunciato il tempismo nella promozione di interventi da parte della giunta destinati alla Riserva Sentina e al percorso ciclopedonale di Via Manara.

Per l’Agcom, tale comportamento va ritenuto “attività di comunicazione istituzionale e risulta essenzialmente diretto a proporre un’immagine positiva dell’amministrazione comunale”. In questa occasione inoltre non ricorreva “il requisito dell’indispensabilità della comunicazione ai fini dell’efficace assolvimento delle funzioni proprie dell’amministrazione, in quanto l’iniziativa in esame, relativa all’avvenuto completamento dei lavori di riqualificazione, bene avrebbe potuto essere svolta in un momento successivo alla chiusura della campagna elettorale senza compromettere l’efficace funzionamento dell’ente.

Tra i precedenti presi in esame, è stato fatto riferimento alla sentenza numero 502 del 2000 della Corte Costituzionale. Quest’ultima chiarì che il divieto alle amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione durante la campagna elettorale è “proprio finalizzato ad evitare il rischio che le stesse possano fornire, attraverso modalità e contenuti informativi non neutrali sulla portata dei quesiti, una rappresentazione suggestiva, a fini elettorali, dell’amministrazione e dei suoi organi”.

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