JESI – Poteva finire molto male. La Jesina durante il primo tempo rischia molto, ma crea tanti – troppi – grattacapi alla difesa rossoblu, spesso in difficoltà sulle sortite offensive di Mattia Cardinali. Il terzino sinistro, sfruttando le convergenze al centro di Rossini – che costringe Camilli ad accorciare, lasciando spazio sull’esterno – ne fa di cotte e di crude, mettendo al centro palloni interessanti che Marini e compagni sono spesso costretti a ribattere in corner.

Corner che spesso mettono i brividi, con i rossoblu spesso sovrastati dai saltatori biancorossi. Proprio dalla bandierina arrivano i primi sospiri per la Samb. Al 6′ Cardinali costringe Santoni ad una respinta sulla linea, poi tocca a Gabrielloni e Sebastianelli mettere in difficoltà i rossoblu, che tra Barbetta e Marini riescono solo a spazzare, e sempre in difficoltà.

La Jesina spinge molto, mettendo in difficoltà una Samb che – pur ribattendo colpo su colpo – rischia sempre troppo. Al 14′ Marini perde una palla tremebonda dal limite e rischia il fallo da ultimo uomo (ma la sua copertura viene giudicata regolare), al 31′ Rossini riceve palla nel cuore dell’area venendo ribattuto in extremis.

La Samb, naturalmente, non resta a guardare. La prima – grande – occasione capita proprio ai rossoblu, con Camilli che arriva ad un soffio dalla rete (fermato dall’ottimo Tavoni). Una scossa che però non ha dato il giusto imput agli uomini di Palladini, che – se è vero che hanno sempre dato l’impressione di poter segnare – hanno anche dato impressione di poter subire.

Il vantaggio della squadra di casa, nonostante qualche scricchiolio, è inaspettato ma – statistiche alla mano – pronosticabile. All’ennesimo calcio piazzato della Jesina la difesa rossoblu si dimentica completamente di Gabrielloni che, solissimo sul secondo palo, ha tutto il tempo di indirizzare alle spalle di un Barbetta forse in ritardo.

Un colpo, quello preso sulla testata dell’attaccante leonino, che avrebbe tramortito anche un elefante. Ma la Samb – pur non essendo il proboscidato – dimostra una buona memoria della squadra che fu (fino a qualche giornata fa). I rossoblu reagiscono prontamente con un gran gol di Ianni (imperioso stacco sull’angolo di Santoni), raddrizzando subito una partita che – come dimostrano le occasioni capitate a Gabrielloni e Stefanelli prima del 45esimo – poteva naufragare.

Al 53′ la grande azione di Napolano (con sombrero su Tafani e intervento disperato di Marotta a salvare) sembra illudere circa un secondo tempo arrembante, che non arriva. La ripresa consegna presto una Samb più cauta ed equilibrata, che – pur con Forgione terzino (Camilli infortunato) – riesce a coprire meglio le fasce.

La gara sembra incanalata verso l’ennesimo – frustrante – pareggio, ma stavolta le cose cambiano. A dare lo sprono è Puglia, che ruba palla a Marotta servendo una palla d’oro a Pazzi, che a tu per tu con Tavoni, non sbaglia. Il 2 a 1 sembra dare il punto ad un confronto difficile, ma non è così.

Siamo al 75′ e la partita, invece di scivolare verso il finale, ritrova subito vita, sia a livello tecnico che – soprattutto – agonistico. Un minuto dopo il vantaggio dei rossoblu Napolano riceve un fallaccio da Cardinali, espulso, due minuti dopo Rossini impegna Barbetta con una bella rovesciata.

Il derby, nonostante la superiorità numerica, si inizia a giocare su binari pericolosi: la partita si inasprisce, ma al crescente nervosismo biancorosso (con Gabrielloni espulso per un intervento pericoloso su Puglia, seguito poco dopo dal secondo allenatore dei leonini) la Samb reagisce con generosità e coraggio, difendendo con le unghie e con i denti, sì, ma senza mai perdere la testa.

I rossoblu non si smuovono su nulla, né sui tanti interventi frustrati della Jesina (che dopo il 2 a 1 perde la testa), né sulle occasioni da gol subite (clamorosa quella sventata da Napolano sulla punizione di Frullo, un intervento che vale un gol).

La squadra di Palladini ha il demerito di non riuscire a difendere con ordine, ma va più volte vicina al 3 a 1, prima con Shiba (gol annullato all’84’) e poi con Napolano, che con una Jesina ormai in otto (Strappini si fa espellere per una gomitata ad Akrapovic) sfiora di un soffio il sigillo finale.

Per i rossoblu, una vittoria fondamentale. Contro l’agonismo – tecnico prima e isterico poi – della Jesina Pazzi e compagni hanno risposto da squadra vera, non invincibile ma finalmente unita. Dal sacrificio di Forgione (che ha giocato quasi un tempo da terzino) ai ripiegamenti di Santoni (uscito stremato), alla reazione di pancia Napolano (che oggi ha salvato un gol), alla generosità di Puglia (il 2 a 1 è partito dal suo pressing), al sigillo di Pazzi.

Una vittoria che può scacciare tanti fantasmi, e che sicuramente distende i nervi rossoblu – saldissimi in mezzo ad una partita inferocita. Che sia l’inizio della rinascita?

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