GROTTAMMARE – “L’architettura si è rifugiata nel manierismo e nel culto dell’espressione di sé esaltando in modo ossessivo il culto della creazione isolata senza prendere in considerazione l’ordine complessivo”, questo scriveva Peter Eisenman, nella sua tesi di dottorato.
L’architetto di fama mondiale si è formato nello stesso periodo del nostro Bernard Tschumi, nostro per l’impegno che l’archistar si è preso nella realizzazione della Grande Opera Anima.
Il 20 febbraio abbiamo assistito alla presentazione della struttura e, a differenza di novembre, in cui furono presentati degli schizzi, il progetto è stato elaborato e l’ inizio lavori è previsto per il 2014.
Tschumi ha iniziato la sua presentazione con il rievocare la piazza italiana e l’importanza del centro storico, fa riferimento allo spazio architettonico in cui è inserita “Anima” come una possibilità di un incontro sociale e civile.
Il lavoro di Tschumi è ancora un work in progress, con tre diverse possibilità di facciata (una assomiglia all’opera del grottammarese Pericle Fazzini, la famosa Resurrezione in Sala Nervi, nel Vaticano, le altre due rimandano ai celebri dipinti di Lucio Fontana), mentre la prevista “lingua verde” del progetto forse potrebbe essere ancor più valorizzata come richiamo al florovivaismo grottammarese.
Ma al di là delle differenti valutazioni – anche l’architettura è soggettiva, persino quella delle rinomate archistar – il dubbio riguardo questa (Grande) opera resta l’uso che se ne farà: perché l’auditorium che verrebbe partorito potrebbe essere un indubbio richiamo e uno spazio quasi metropolitano nella provincia picena, se ben valorizzato, o invece una scatola vuota, dai costi non sostenibili come tante cattedrali nel deserto del secolo passato, stavolta non industriali ma culturali (ci si aggiorna).
Naturalmente il sindaco Luigi Merli, che è riuscito ad aggiudicarsi i 20 milioni di euro della Fondazione Carisap in precedenza, per la metà, offerti a San Benedetto, si merita fin da ora il brindisi per questo risultato. L’augurio è che tutte le mosse future siano azzeccate allo stesso modo, così che anche i prossimi primi cittadini grottammaresi possano brindare felicemente a quanto si sta realizzando. E intendiamo, per mosse, le scelte gestionali ed economiche.
Concludiamo, così come abbiamo inziato, con una citazione, stavolta di un architetto italiano, Giuseppe Terragni, a cui sicuramente Eisnman e magari pure Tschumi, si sono ispirati: “L’architettura, indice di civiltà, sorge limpida, elementare, perfetta quando è espressione di un popolo che seleziona, osserva e apprezza i risultati che, faticosamente rielaborati, rivelano i valori spirituali di tutte le genti”.
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Bravi!
Sono d’accordo con il giornalista, pare proprio una cattedrale del deserto che nulla a che fare con il territorio dove verrà costruita. Mi auguro, per tutti, di sbagliare. Tuttavia “la grande opera” è un’occasione di lavoro che speriamo si possa estendere a tutte le aziende del territorio: speriamo. Ho un dubbio: essendo la Fondazione Carisap, costituita in base ad una specifica normativa che presupponeva per la sua attivita la proprietà di azioni dell’istituto bancario di riferimento ovvero la Carisap spa. Pertanto, verificato che tale proprietà non esiste più perchè giustamente ceduta al gruppo Intesa, è ammissibile la continuazione dell’attività di… Leggi il resto »
E bravi pure ai lungimiranti amministratori delle nostre tasse che hanno permesso e voluto il vero e unico scatolone: quello che fa bella mostra di sé ai turisti che escono dall’A14 in direzione centro Sbt. Quello sì che ha un’anima: popcorn e occhiali in tre D! Quello si che sì è contraddistinto per costi contenuti e gestione esemplare. Per favore, smettiamola con il masochismo autolesionista di noi sambenedettesi. Il nuovo avanza…
Perchè i turisti che usciranno dalla A14 casello di Grottammare che vedranno?
La grande opera o uno scatolone tale e quale a quello di San Benedetto del Tronto?
E’ questo è il nuovo che avanza?
O forse è la continuazione di opere magalomani , costose, fruttuose per pochi e assai meno per la collettività?
Solo il futuro saprà rispondere a questi insignificanti interrogativi.
Oggi speriamo che questa grande opera dia lovoro un po a tutti. Ripeto:speriamo.
Come giornalisti dobbiamo anche far riflettere: semplicemente ci auguriamo che la struttura “funzioni” dal punto di vista gestionale. Personalmente, per quanto riguardo l’architettura, non ho dubbi che Anima sarà qualcosa di altamente apprezzabile (poi, magari, ne restiamo delusi, tutto è possibile).
Sono 3 anni che si parla di quest’opera e che i lettori (tra cui io) segnalano i rischi sulla futura gestione (oltre che sulla cementificazione, ma questo è un altro discorso) proprio su queste pagine. Tuttavia questo è il primo articolo dove si espongono i primi dubbi e i probabili rischi: mi dispiace constatare che anche avendo avuto il sindaco Merli ospite in streaming per rispondere anche su questi temi, i toni sono stati sempre trionfalistici per aver portato l’opera a Grottammare, stappandola a SBT, in una tragica guerra tra poveri. Alla domanda su chi gestirà l’opera una volta ultimata,… Leggi il resto »
Siamo stati presenti a tutti gli incontri con i cittadini e proprio lì signor Vagnozzi le dico che di gente contraria ne ho vista veramente poca. E’ vero, il nostro lavoro è riportare i fatti e in alcuni casi far aprire gli occhi e secondo il mio modesto parere non è mai troppo tardi per farlo, considerando poi che solo ora abbiamo visto di cosa si tratta. Sulla gestione, che sarà o no un Flop. le abbiamo già risposto tempo fa. Sarà la fondazione stessa a supportare i costi fissi di gestione “leggera”, così chiamata durante una conferenza stampa. A… Leggi il resto »
Per la futura gestione ti tolgo subito un dubbio, se la gestione sarà lottizzata dai partiti c’è da avere molta paura: già ci vedo qualche bel trombato di qualche turno elettorale promettere posti da usciere, maschere e staccabiglietti in cambio di voti delle prossime elezioni, se invece, come spero, si affiderà il tutto a dei professionisti, magari è la volta buona che esce qualcosa veramente di valore per il territorio.
Ho continuato a rifletterci.
Il tetto piatto non va. E’ brutto, incompiuto, rende l’opera simile ad un moderno capannone industriale.
Non per nulla le “fabbriche” storiche che ancora ammiriamo (roba di fine ‘800 inizi ‘900) hanno una concezione totalmente diversa.
Un esempio, la centrale elettrica di Malnisio:
http://www.valcellina.it/wp-content/uploads/2012/03/centrale-esterno1.jpg
Si dice che la notte porti consiglio! Leggendo alcuni commenti desumo che la gente di notte non dorma! A San Benedetto c’è un bel panettone – privo di marca – in mostra ogni giorno che si illumina solo nel periodo natalizio; il panettone, anzi il cine panettone, è stato realizzato secondo una programmazione progettuale di altissimo livello sia tecnico che politico che ha richiesto oltre venti anni (un chiaro esempio di capacità della pubblica amministrazione)! A fronte dell’incapacità politica che non ha permesso neanche di ultimare la realizzazione, ci si è affidati ad imprenditori privati per garantire l’apertura e la… Leggi il resto »
E comunque, io preferisco il pandoro al panettone! Propongo per la grande opera una bella forma a pandoro!