C’è qualcosa di incredibile, che sembra poco italiano ma è italianissimo, nella vicenda che ha visto le dimissioni di Luigi Zingales, professore all’Università di Chicago, dalla lista Fare per Fermare il Declino in quanto il candidato presidente del consiglio della stessa lista, Oscar Giannino, ha dichiarato di aver conseguito un master a Chicago sia in una intervista a Repubblica.it sia nel curriculum pubblicato nella pagina dell’Istituto Bruno Leoni.
Il master invece non c’è.
Mentre questo accadeva, lo scrivente stava lavorando ad un articolo che, incidentalmente, toccava anche una delle dichiarazioni più sovente ripetute da Oscar Giannino. A proposito di un doveroso approfondimento sull’avanzo di bilancio (presto l’articolo sarà pubblicato) ho dovuto affrontare anche uno degli argomenti che Giannino ripete con ossessione: “L’euro non va toccato, grazie a questa moneta abbiamo risparmiato 700 miliardi di interesse ma non siamo stati bravi perché non abbiamo fatto le riforme e li abbiamo sprecati“.
Bravi sono stati “i tedeschi”. Come Giannino scrisse sulla Gazzetta dello Sport prima della semifinale degli Europei di calcio Germania-Italia, nel giugno 2012, “loro hanno fatto le riforme perché hanno capito che dovevano guadagnare uguale e lavorare di più“. Sì, avete letto bene: lavorare di più per guadagnare lo stesso stipendio.
Le parole di Giannino sono oramai un ritornello del neoliberismo de noantri: Michele Boldrin, altro asso di Chicago, si mantiene soltanto un po’ più basso, dice che il risparmio è stato di 500-600 miliardi. Marco Alfieri su Linkiesta riparla di 500 miliardi (Zingales, invece, è arrivato a sostenere anche lui che chi ha architettato l’euro è “criminale”, et voilà. Magari certe divergenze hanno contato di più, alla fine. Almeno si spera).
Stiamo parlando di cifre enormi, dette in televisione, scritte sui giornali e su internet come un dato oramai acclarato. Come è possibile che abbiamo risparmiato così tanto (e tra 700 e 500 mld c’è una differenza mostruosa, il che dimostra come certi numeri siano ripetuti a capocchia e non per verifica) e ci stiamo impoverendo?
Innanzitutto occorre dire che ben 270 miliardi di avanzo primario sono stati destinati all’abbattimento del debito pubblico dal 1994 (121,8% del Pil) al 2007 (103,6%). Quasi la metà del “risparmio sprecato” per Djannino Chained. Uhm.
Sugli interessi pagati, dal passaggio da lira ad euro, occorre sapere alcune cose:
a) con la lira la spesa per interessi era un problema di equità sociale e non di solvibilità;
b) con l’euro ogni centesimo speso per interessi (e non solo) deve essere rastrellato con tasse e tagli alla spesa pena il fallimento.
Ecco i dati:
– nel 1996 la spesa per interessi era pari al 22% della spesa pubblica complessiva: tale indicatore è diminuito fino all’8,9% nel 2009 per risalire al 10,7% nel 2012. Come mai con una incidenza del debito pari a meno della metà del 1996 tutti parlano di rischio di fallimento evitato, oggi, mentre nel 1996 si assisteva al miracolo del Nord-Est?
– i tassi di interesse però fluttuano in tutto il mondo, in maniera abbastanza armonica, ovviamente. Nessun effetto euro. Niente 700 miliardi. Gli Stati Uniti hanno il dollaro, ma la loro spesa per interessi, sul totale della spesa pubblica, è passata dal 12,4% del 1996 al 5,9% del 2009; l’Australia ha il dollaro australiano, dall’8,9% al 3,5%; la Svizzera il franco, dal 6% al 3,1%; il Regno Unito la sterlina, dal 7,3% del 1999 al 3,7% del 2009; il Giappone, lo yen, che ha il rapporto debito/pil più alto al mondo, dall’11,5% del 1990 al 6,8% del 2008;
– rispetto al Pil, inoltre, la spesa per interessi è passata in Italia dal record del 12,7% del 1993 al 4,6% del 2009 (ma ora c’è lo spread e il rischio fallimento), praticamente ridotta di quasi 2/3 come in tutti gli altri paesi: in media dal 5,9% al 2,3% in tutto l’Occidente.
RESPONSO: Con l’euro l’Italia non ha tratto praticamente nessun beneficio relativo alla riduzione degli interessi sul debito, che è stato un fenomeno mondiale che sarebbe avvenuto anche con la valuta sovrana lira, mentre c’è da evidenziare come dal 2011 gli interessi dei paesi periferici sono aumentati in controtendenza rispetto ai paesi centrali.
Ditelo a Djannino (la D è muta).
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Come ogni statistica ognuno ci legge quello che ci vuole vedere. L’Italia, dopo il 1992, ha attraversato una forte stagione di riforme: dopo il furto di Amato direttamente nei conti correnti degli Italiani, abbiamo assistito ad un’operazione di risanamento delle casse dello Stato secondo un principio che potrebbero sembrare ragionevoli e condivisibili. Da un lato si è proceduto con l’apertura ai mercati dei monopoli di Stato e dall’altro introducendo la finora sconosciuta disciplina di Bilancio. Ora se queste riforme fossero state fatte in un paese normale adesso forse crescerebbe al 7-8% anno, perchè la portata di queste riforma in una… Leggi il resto »
La tesi dell’articolo è che la riduzione rilevata della spesa per interessi, non è attribuibile all’adozione dell’euro ma a fattori internazionali non meglio identificati. Non si nega quindi che ci sia stata una riduzione per la spesa per interessi (pari a 100 o altro mld). Per quanto riguarda i luoghi comuni, dopo quello delle due squadre, una che scava la buca e l’altra che la ricopre, in questo modo creando lavoro, vorrei ricordare l’altro in cui la statistica è quella scienza secondi la quale se tu mangi due polli ed io niente, mediamente mangiamo un pollo a testa. Un luogo… Leggi il resto »
La questione sull’effetto dell’euro nei tassi di interesse di per se non è deterministica, cioè non si può dire ne che sia vero ne che sia falso. L’unica cosa che si può dedurre (tramite un regressione lineare) che gli interessi sul debito Italiano sono stati molto più correlati a quelli dell’area euro che a quelli del resto del mondo, se si analizza l’andamento dei tassi di interesse si può notare una certa asintoticità a quelli tedeschi (specie dopo il periodo 1996-2002 in cui verifica una convergenza ai tassi tedeschi si verifica nel periodo 2002-2007 un completo parallelismo). Al di là… Leggi il resto »
No Alessandro non si può leggere quello che si vuole. L’articolo è solo un estratto di un altro al quale stavo lavorando mentre ho sentito Djannino dire in tv la storiella dei 700 miliardi. Ora sono costretto a fare l’analisi logica: “Abbiamo risparmiato 700 miliardi grazie all’euro ma non siamo stati bravi a fare le riforme (come i tedeschi)”. (c’è poi un giudizio etico su quel tipo di riforme che supera a destra tutto il nostro Parlamento, poi con la differenza che Djannino le dice e Monti le pensa ma non le dice) Ora credo che le informazioni dimostrino inequivocabilmente… Leggi il resto »
Pier, io non sono assolutamente convinto dell’euro e dell’europa per così come funzionano adesso, per cui lungi da me difendere l’euro. Ma ti posso dire che, dati alla mano (i dati li ho presi da lavoce.info) giochicchiando con la regressione lineare si nota che all’ingresso nell’euro i tassi italiani hanno avuto un comportamento asintotico a quello dei tassi tedeschi e questo è visibile in tutti i paesi dell’area euro. Per me questo è un grosso segnale. Comunque sia questo comportamento ha senz’altro creato un risparmio differenziale, adesso se sia di 700 o di 100 o di 0 dipende dalle assunzioni… Leggi il resto »
Djannino deve dimostrare che il risparmio sia stato di 700 mld euro ed è solo grazie alla moneta unica che si è avuta. E ognuno degli altri dimostri il risparmio “grazie” all’euro. Su questo non è una questione di euro sì o no, ma una semplice constatazione che Svezia, Svizzera, Inghilterra (aveva anche lei avuto problemi nel 1992 a seguito dell’aumento dei tassi tedeschi necessario al finanziamento con deficit pubblico della ricostruzione nell’ex Ddr?), oltre che ovviamente Usa (paese guida) Giappone e Australia (ma probabilmente tanti altri) hanno avuto identico percorso. Che poi uno-stato-una-moneta, identico tasso di interesse, debito, queste… Leggi il resto »
Sulla tua ultima chiusura non so se quello sia stato il loro intento pertanto non posso dire un granchè. In generale il tema del “vantaggio” di stare nell’area euro può essere solo riconducibile al risparmio (relativo) dei tassi di interesse sul debito perchè presenta situazioni ben più drammatiche.
il caso Zingales è un brutto colpe d’immagine per il liberista DJannino che della meritocrazia ne eveva fatto un punto d’onore. Le statue che nel centrosinistra avevano eretto in suo onore cadono inesorabilmente,in quanto nel PD/SEL si puntava moltissimo sull’economista ultraliberistache fino all’altro ieri era uno dei loro cortigiani.
Articolo sui cui numeri si potrebbe discutere fino alla fine dei tempi a seconda del “credo” economico che ciascuno preferisce (chiunque puo’ portare studi per avvalorare la propria tesi). Valore aggiunto della discussione: ZERO. Qui si discute solamente una analisi sul quello che e’ successo nel passato. Il senso ultimo e’ che negli ultimi 20 anni siamo stati alla merce’ del malgoverno. Ora che tu sia un UltraKeynesianoMMT o un Neoturboliberista non si puo’ che essere d’accordo su questo. Giannino si e’ dimesso e ha dichiarato che rinuncera’ al seggio. Bene l’attacco epurativo ha funzionato e giustamente. Questo e’ quello… Leggi il resto »
Giro per la risposta a PPF ma se anche lei desse la sua sigla Pier Paolo non avrà la sensazione di parlare al muro. Su coraggio.
Me lo ha detto Pier Paolo. Grazie
mi scusi ma non le sembra che pensare a quale modello economico ci porti nel FUTURO, sia esattamente il tipo di discussione da fare in prossimità di una campagna elettorale?
Assolutamente d’accordo! Era infatti la mia proposta: chiedevo infatti articoli riguardo i programmi e le loro differenze, non un commento su un’opinione riguardo dati del passato e la loro interpretazione. Io criticavo il fatto che si attacca la persona e una sua dichiarazione (riguardo il passato) invece che il partito e il suo programma.
Nessun metodo Boffo, come già scritto questo articolo era un piccolo paragrafo di uno più complesso al quale sto lavorando e che se avrò tempo sarà a breve pubblicato, spero prima delle elezioni. In redazione Massimo Falcioni ed Elisabetta Gnani sanno anche che io ho detto che l’articolo (“Ditelo a Giannino”, poi trasformato nell’eccellente “Ditelo a Djannino” con lavoro comune) forse avrei voluto pubblicarlo dopo le elezioni, per evitare di sembrare un fermatore di Fid. Ma è giusto pubblicare prima, come abbiamo concordato. L’esplosione del caso nazionale mi ha costretto a seguire l’onda dell’informazione (tra qualche giorno ce lo saremo… Leggi il resto »
“Sul Corriere.it ieri c’è stata un’interessante intervista a Roger Abravanel (per chi non lo conoscesse è un ex McKinsey che ha scritto vari saggi sul tema della Meritocrazia e del Rispetto delle Regole) in cui poneva l’attenzione non tanto sui programmi in se ma sulla loro fattibilità. A tal proposito citavo proprio lo studio della Oxford Economics sulla valutazione dei programmi e si evidenziava proprio il fatto che è facile dire “abbattiamo il debito tramite un programma di liberalizzazioni da 400 MLD” ma la storia insegna che non è così facile. Però secondo me il problema è quello che in… Leggi il resto »
Lungi da me difendere Giannino. Squartalo per le sue debolezze umane pure come fai con B. et altri , ma se si dimette e rinuncia al seggio pero’ gli devi un minimo di rispetto in piu’ per la dignita’ in confronto alla classe politica attuale. Quello che non mi e’ piaciuto e’ il fatto che spacci la dichiarazione di Djannino per “baggianata” (qui lo studio di riferimento http://www.fermareildeclino.it/articolo/quanto-abbiamo-risparmiato-in-interessi-con-leuro) e mi dai una spiegazione “usando i dati” che scientificamente non ha valore. Ora io sono senza dati e senza voglia di fare analisi, ma “a ucchie” i paesi citati hanno storie… Leggi il resto »
Provo molta pena, con l’unico sollievo che fra 4 giorni si parlerà d’altro (non molto più allegro, vero). – “Riduzione delle pensioni del 40% con età pensionabile 70 anni, e tante perle” (ste cose se le si sostiene occorre andare in giro a dirle a tutti e sostenerle tutte, attenzione, eh, non è che poi il lavoro sporco lo si fa in silenzio…) http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/21/non-votero-fermare-declino-fid/507388/#.USYEldtCvs8.facebook. Un consiglio cugg, davvero, non difendere Boldrin, è imbarazzante e già fatto fuori da sé, http://noisefromamerika.org/articolo/perche-spagna-piu-avanti-italia, elogiava la Spagna perché lavorava per Zapatero ma non gliene fregava nulla del debito privato esploso, fa sganasciare, attenzione che… Leggi il resto »
Che tristezza ragazzi.
Siamo un popolo che geneticamente è destinato alla dominazione straniera.
Non siamo capaci di stare insieme, di essere UN MINIMO sinceri e onesti.
E’ inutile, la spensieratezza e la soddisfazione sul lavoro che hanno provato mio nonno e mio padre, io non la proverò mai. La mia generazione non la proverà mai.