GROTTAMMARE – Qualcosa si muove. Diatribe, lotte burocratiche e poca fiducia in quella che oggi è la medicina del futuro, le cellule staminali (cellule primitive non specializzate, dotate della capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processo denominato differenziamento cellulare).

Il piccolo Manuel Dessì  (leggi la sua storia) da oggi dovrà solo lottare contro la sua malattia e non contro un sistema incapace di dare risposte perché nella mattinata dell’8 febbraio, il giudice del lavoro di ascoli, il dottor Giorgio Palestini, ha firmato l’ordinanza che permetterà all’ospedale di Brescia di somministrate al paziente affetto da Sma di tipo 1, la somministrazione di cellule staminali secondo le metodologie applicate nella medesima struttura sanitaria.

A comunicare la notizia Bruno Talamonti, il marito della Grottammarese Santa, scomparsa prematuramente dopo un’emorragia celebrale. L’uomo infatti, mentre sua moglie era in coma, si trovò di fronte al muro delle leggi quando scoprì che c’era la possibilità di provare a somministrare delle cure alla sua compagna con questa sperimentazione innovativa.

Sempre per lo stesso motivo, dopo la scomparsa di Santa, Bruno organizza un convegno su questo tema, e oggi afferma: “Do questa notizia con piacere soprattutto per chi ha condiviso l’esperienza del convegno Vite sospese . Questo grande passo spero possa portare speranza e benefici anche ad altri”.