SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “E’ famiglia solo quella relazione affettiva orientata alla genitorialità. Il matrimonio ha una funzione sociale che le unioni gay e eterosessuali, senza il presupposto della maternità e paternità, non hanno”: lo dice Rocco Buttiglione a San Benedetto, accompagnato dall’onorevole Amedeo Ciccanti, in occasione del tour elettorale nel Piceno organizzato dall’Udc. Una lezione sull’amore, più che un comizio elettorale. La politica lascia spazio alla filosofia, grande passione dell’ex ministro. “Certi valori non si negoziano, dal momento che lo fai li sgretoli e puoi ritrovarti con due padri o con due madri. Il matrimonio non è semplicemente una festa pubblica, è altro”.

Il pensiero non può non andare a Sanremo. La tematica è fresca, freschissima: il Festival ha raccontato la storia di Stefano Olivari e Federico Novaro, coppia omosessuale intenta a sposarsi a New York il giorno di San Valentino: “Il messaggio voleva essere positivo, contro la discriminazione e l’omofobia. Però c’è il rischio di dimenticare il senso della vita. Gay ed etero non si nasce, si diventa, tramite un processo culturale”.

Buttiglione evoca la crisi economica, a cui si abbina una crisi morale. Entrambe minerebbero la stabilità della famiglia. “La grande povertà è in quel nucleo che si sfascia. Il divorzio è terribile, provoca un danno pure psicologico. Non voglio proibirlo, ma una coppia che si separa fa pagare le conseguenze a tutta la comunità”.

C’è poi l’esperienza della vita, da tutelare sin dal suo principio: “Siamo attaccati, se si colpisce l’utero – prosegue Buttiglione – e passa l’idea che madre e bambino possano essere separati, ci troviamo dinanzi ad un perno che cade”.

Poco prima, ci aveva pensato Domenico Pellei a confessare i timori “per preoccupanti venti di relativismo”. Il consigliere comunale centrista si è scagliato contro la bocciatura da parte della Corte Europea del ricorso con il quale l’Italia aveva chiesto il riesame della sentenza con cui la stessa Corte, il 28 agosto scorso, aveva respinto la legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita.