SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Vescovo Gervasio Gestori ha appreso delle dimissioni di Papa Benedetto XVI pochi minuti dopo il termine della celebrazione della Messa all’Ospedale Civile, in occasione della Giornata Mondiale del Malato. “La comunicazione è assolutamente inaspettata”, esordisce Gestori. “In verità, l’età del Papa, ormai ottantaseienne il prossimo 16 aprile, aveva già superato quella del suo predecessore Giovanni Paolo II, e non mancavano segnali di stanchezza e di fatica in questi ultimi mesi, ma nulla lasciava presagire questo annuncio. Di fronte all’avanzare degli anni e dei disagi, la scelta che si presentava era duplice: proseguire il ministero, affrontando tutti i momenti della decadenza fisica, come aveva fatto con grande coraggio ed umiltà Giovanni Paolo II, oppure privilegiare l’efficienza di una gravosissima responsabilità, dichiarando con non meno coraggio ed umiltà le proprie dimissioni”.
Il Vescovo sottolinea quindi come Ratzinger abbia preferito incamminarsi in un percorso differente da quello di Wojtyla. Quest’ultimo infatti, “scegliendo di andare avanti, ci lasciò una altissima testimonianza di fede e di serenità, vivendo la malattia con esempio commovente fino all’ultimo respiro”. Al contrario, Benedetto XVI “ha preferito ritirarsi in disparte, mentre è ancora pienamente lucido, dopo avere guidato la Chiesa con un magistero di indiscussa sapienza teologica e pastorale, per affidare il timone della Barca di Pietro ad altre mani più pronte e più giovani. In un silenzio, povero di parole ma carico di affetto e di gratitudine, mi sento in queste ore profondamente commosso e non riesco a fare altro che pregare”.
Gestori infine svela un retroscena. Il 28 febbraio, giorno in cui l’addio verrà ratificato (alle ore 20), il Vescovo sarebbe dovuto proprio essere in udienza dal Santo Padre per la Visita ad limina, assieme ad alcuni parigrado marchigiani. “Forse l’incontro avverrà diversamente: sarà un abbraccio spirituale. Adesso – conclude – invito tutti a pregare il Signore per Benedetto XVI, il Papa dallo sguardo dolce e semplice, dal temperamento riservato e quasi timido, dalla sapienza indiscussa, dal cuore grande per il Signore e per la santa Chiesa. Grazie, caro Papa Benedetto. Ti vogliamo ancora più bene”.
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Forse ora siamo in grado di comprendere più chiaramente i veri motivi per cui, un anno e mezzo fa, il Cardinale Angelo Scola fu “retrocesso”, proprio da Benedetto XVI, da Patriarca di Venezia a Arcivescovo di Milano. Irrituale e insostituibile fu definita questa personalissima decisione del Papa, che oggi assume una vera e propria ragione di SUCCESSIONE o ancor più un significato di diretta INVESTITURA.
Ma non dovrebbe essere il Padre Eterno, attraverso lo Spirito Santo, a “scegliere” il successore di Pietro?
A dir la verità l’investitura la stai facendo tu al posto del Padre Eterno. C’è un enciclica denominata “Fides e Ratio” che ti consiglierei di consultare.
Retrocesso? L’arcidiocesi metropolitana di Milano è la Diocesi più importante del mondo. La sede di Venezia è di minore importanza. Passare a Milano, da qualsiasi “trono” si provenga, è considerata una promozione.
Mi preme ricordarle che per i Cattolici l’autorità di un Patriarca è subordinata solo alla dignità Pontificia del Vescovo di Roma, come Vicario di Cristo e capo del Collegio dei Vescovi. Per questo motivo ho definito, seppure in virgolettato, il nuovo incarico dell’Arcivescovo Angelo Scola una “retrocessione” che non ha alcun significato punitivo. ANZI !
A parte che non capisco cosa vi sia di “degradante” nel passare dal Patriarcato di Venezia alla guida della più grande Diocesi italiana (che ha annoverato tra l’altro vescovi come San Carlo Borromeo, Schuster, Montini)…su quali basi il sig. Gambini da già per certa ed assodata l’elezione del cardinal Scola???
Le certezze della vita sono poche, ma personalmente ritengo queste dimissioni un gesto strategico di alto livello, che solo in parte ha a che fare con la salute del Pontefice bensì maggiormente con la forza, l’energia attualmente a sua disposizione. Se prestassimo più attenzione a ciò che preannucia un avvenimento ci renderemmo conto che ciò che oggi appare come un fulmine a ciel sereno è la conseguenza di un’evolunzione avvenuta nel tempo. Non è mia intenzione giudicare la decisone del Pontefice perché non è questo il punto né tantomeno il mio compito perché lascio ad altri l’assurdo compito del giudizio,… Leggi il resto »
L’Italia e’ un paese unico… L’unico che non si dovrebbe mai dimettere lo fa, gli altri che dovrebbero andarsene al più presto restano!
Non capisco veramente l’utilità di censurare commenti su commenti.
Ora lei mi dirà “ma un direttore di giornale mica pubblica tutte le lettere che gli arrivano”.
Il suo non è un giornale perchè tra i collaboratori non c’è neanche un giornalista professionista (mi corregga se sbaglio).
Anche io spesso gioco a calcetto, ma questo non fa di me un calciatore.
Sono consapevole che non pubblicherà mai questo commento, quindi la prenda come l’ennesima “lettera al direttore” da cestinare.
A parte che l’abito non fa il monaco, se mi suggerisce un giornalista professionista in grado di migliorare il nostro giornale magari le do ragione. Lei stesso/a non credo perché non ha nemmeno il coraggio di tirare il sasso senza nascondere la mano. Io non vedo dalle nostre parti giornalisti migliori dei miei. Mi dimostri il contrario se può. Tenga conto che di giornalisti di mestiere (nel senso più brutto della parola) non ne abbiamo bisogno. Nel frattempo si legga questo articolo: “http://www.ilgiornale.it/news/ecco-perch-l-ordine-dei-giornalisti-va-abolito.html“, del quale riporto un estratto che le potrà essere utile, eccolo: “Lo studio dell’istituto Bruno Leoni porta… Leggi il resto »