SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Respingere il progetto Stoccaggio Gas San Benedetto nella sua interezza, negando quindi ogni possibilità di realizzare uno stoccaggio di gas, di qualsiasi natura, nel sottosuolo della città di San Benedetto del Tronto”. Così recitava l’ordine del giorno presentato il 26 novembre scorso in Consiglio Comunale dal consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle, Riego Gambini. Un documento ovviamente bocciato, grazie al voto contrario di Partito Democratico e Socialisti e all’astensione di Andrea Marinucci (Verdi) e del centrista Domenico Pellei (ormai un habituè della pratica). Appena cinque invece i sì, che hanno riguardato la dipietrista Palma Del Zompo, Annalisa Ruggieri, Luca Vignoli e Giacomo Massimiani del centrodestra ed il presidente del Consiglio, Marco Calvaresi.

Questi i fatti, che vanno a sommarsi alle parole, tante, di questi ultimi giorni. Benedette elezioni, verrebbe da urlare. Qualcuno lo fa e incassa – dopo il danno, la beffa – le accuse di strumentalizzazione e disinformazione.

Le giustificazioni del Pd ormai li conosciamo a memoria. “Atteggiamento responsabile, il nostro”, “Chi governa non può solo protestare”, “Ci siamo rivolti a Terre.it”, “Il nostro no doveva essere motivato”, “Abbiamo atteso il parere degli esperti”. Di tutto e di più, per giustificare un silenzio lungo due anni e dei ritardi nella comunicazione con la cittadinanza che sono stati riconosciuti e contestati persino da esponenti della medesima maggioranza.

Guai a pensare che l’adesione al corteo del 2 febbraio sia a fini elettoralistici. Guai ad ironizzare sul tempismo di certe esternazioni. Eppure, il 26 novembre è lontano appena due mesi. Difficile credere, obiettivamente, che in sessanta giorni possa essere mutata concretamente la faccenda.

In fondo, il silenzio della Gas Plus era assodato da prima di Natale, così come la gaffe della cartina sballata della multinazionale francese, con la Sentina e Porto d’Ascoli invertite di posizione. Le associazioni ambientaliste e i Comitati di Quartiere si sgolavano puntualmente, ricevendo la reazione irritata dell’amministrazione comunale.

E Terre.it? Anche lo spin-off dell’Unicam aveva storto il naso. Il 13 novembre – fate attenzione alla data – fu convocato in Comune e la relazione fu spietata: dai quesiti posti alla Gas Plus quasi interamente sorvolati, ai rischi sul fronte geologico. Ciò non bastò al Pd per decidere di affiancare Gambini nell’assise di tredici giorni dopo. “A pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca”, dichiarano i presidenti davanti alla metamorfosi di Gaspari. “Comunque, è importante il risultato finale e che sia arrivato finalmente il no all’impianto”.

Benedette elezioni.