Cattivi odori. Scriveva un commentatore a proposito di una cena o “laboratorio di lavoro” tra componenti dl Pd, Udc, Idv: ” C’è proprio da turarsi il naso a leggere queste cose“. Ha proprio ragione e non solo per la rappresentazione e la diffusione di alcuni nomi ai quali molti sambenedettesi non farebbero gestire nemmeno un minuscolo condominio. Nomi, invece, che purtroppo gestiscono ed amministrano migliaia di cittadini con risultati che sono agli occhi di tutta la cittadinanza.

Per esempio credo che si sia ben capito quale è la mia disistima per quei politici che hanno governato, grazie alla formazione di “ditte” o “cerchie” o “truppe cammellate” per poter gestire la città in modo clientelare senza essere sindaci di tutti ma dei soli componenti le “ditte” o “cerchie” o “Truppe cammellate”. Dopo quello che sto vedendo adesso, posso ben dire che “al peggio non c’è limite”. Per esempio, in questa competizione una coppia oggi in castigo ci guadagna punti. Mi auguro che qualcuno del Pd (qualcuno buono c’è) si tiri fuori in tempo dalla “ndrocca”. Perché anche loro vengono coinvolti nella considerazione sempre più negativa da parte dei cittadini.

Il commentatore “annafly” ha ragione e voglio sperare che anche tutti i cittadini sambenedettesi l’abbiano capito e prendano atto che il bisogno di una vera meritocrazia è oramai inderogabile. Cittadini che devono tenerne conto alle urne perché poi nella rete di certi governanti ci cadiamo tutti e lamentarsi non serve a nulla anche quando, come adesso, l’evidenza di certi “errori” (gas, cassa, multe da CdC ecc) dovrebbe portare i responsabili a fare passi indietro. Dire adesso “quasi quasi anche la giunta sambenedettese e quella regionale sono ora convinte che la centrale per lo stoccaggio del gas non s’ha  da fare” è semplicemente ridicolo

Dispero invece su un cambiamento dell’informazione sambenedettese in genere che annualmente si fa “offendere” da un premio giornalistico per il quale l’uomo al quale è intitolato si sta rivoltando sulla tomba per il modo in cui viene gestito. Questa la parola giusta per definirlo: clientelismo giornalistico. E mi meraviglio che l’Ordine dei giornalisti marchigiani si presti a tale sconcio. Stessa cosa per il mio omonimo commercialista, in qualità di presidente della Pro loco sambenedettese. Ma forse sconcio non è la parola giusta, meglio “elegante tentativo di bavaglio che dà i suoi frutti“.

Nella prima edizione ci premiarono definendoci blog e non giornale, un anno fa mi premiarono per le mie qualità di editore quando, se qualcuna ne ho, le mie qualità sono altre. Ho provato ed espresso disappunto in entrambe le circostanze ma il mio senso dell’ottimismo e della fiducia nel prossimo mi spingeva a sperare in un futuro del premio più consono al nome che porta. E anche perché, nel frattempo, avevo conosciuto una persona che alimentava le mie speranze. Dopo quello che ho visto quest’anno (qualche premiato a parte) dico basta e inizierò con il restituire i premi precedenti e rifiutare come giornale il riconoscimento dato al nostro Massimo Falcioni (che può comunque tenerlo a casa sua) perché, nel contesto dei premiati, lo ritengo più deleterio che gratificante se non “pericoloso”. Prego anche l’organizzazione a non inviarci più i comunicati stampa sul premio nei prossimi anni. Non si può confondere così una città intera con la collaborazione e la complicità delle istituzioni.

Chiudo con l’incontro che ho avuto con i vescovi delle diocesi di San Benedetto e Ascoli in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales. Per la cronaca, in Ascoli erano presenti le istituzioni, da noi, invece, assenza totale di nostri amministratori, almeno uno dell’Udc ci stava bene per l’essenza del Partito che rappresentano. Il nostro Gestori, oltre ad aver invitato i cittadini della diocesi ad andare a votare, ha precisato che la scelta va fatta localmente senza farsi influenzare dalle “notizie” nazionali. Sono d’accordo perché forse oggi c’è un modo per cambiare una classe politica che ha fatto solo danni negli ultimi trent’anni. Il vescovo della nostra provincia Silvano Montevecchi ha detto, durante l’omelia, una cosa che ritengo importantissima per organi di informazione e politica, se veramente entrambi vogliono fare il bene del popolo. Ha riferito di una frase negli anni settanta dell’onorevole Benigno Zaccagnini  rivolta all’informazione: “Criticate, criticate, criticate. E’ il modo migliore per aiutarci a pensare…”  Zaccagnini in uno scritto di Moro prigioniero fu definito “il più fragile segretario che abbia mai avuto la DC” ma, a parte i diversi significati che si possono dare a quelle parole, credo che l’onorevole di Faenza, con quella frase, abbia inquadrato alla perfezione la funzione della stampa e della politica. Un consiglio però che non può essere sfruttato se, come sembra, certi politici non pensano proprio. Anzi continuano a farlo solo per se stessi.