CITTÀ SANT’ANGELO – Nella sconfitta dei rossoblu contro la Renato Curi c’è tanto, troppo, da discutere. Errori tattici, tecnici, psicologici. Dopo la partita di San Cesareo ci si aspettava una Samb col coltello tra i denti, ma quella arrivata in Abruzzo è stata una squadra molle, che ha replicato l’approccio tremebondo dei primi 70′ rivelandosi incapace di replicare la reazione degli ultimi 20′.

Una debacle simile deve necessariamente avere radici più profonde, e alla luce di questa sconfitta è giusto vedere sotto un’altra luce anche le partite contro Amiternina e San Cesareo. Se nelle precedenti gare si parlava di approcci sbagliati, dovuti a stanchezza o pressione, ma recuperati alla grande, contro la Renato Curi si è instillato il dubbio su quale delle due Samb sia l’attuale, se quella in difficoltà nella parte iniziale o quella delle grandi rimonte.

La sconfitta di oggi, pesante più a livello psicologico che di classifica (il San Cesareo ha pareggiato fallendo il controsorpasso), è il disvelamento di una squadra in difficoltà, una crisi tecnica (e forse tattica) mascherata finora da grandi prestazioni individuali e che ora sta venendo fuori con una lampante (e pericolosa) ovvietà: la Samb non c’è. Problemi fisici (molti giocatori sembrano sulle gambe), problemi tattici (la squadra non riesce a fare gioco), problemi tecnici (la squadra subisce soprattutto su errori individuali).

Problemi che partono da lontano, e che ci ricordano che tra la partita di oggi e le ultime due la vera differenza – più i due errori clamorosi di Barbetta – è stata la mancanza dei singoli: se contro Amiternina e San Cesareo Traini e Marini hanno capitalizzato, oggi gli errori di Puglia e Shiba hanno pesato tanto, sia a livello psicologico che nell’economia della gara.

Le critiche a squadra e allenatore – oggi in tribuna se ne sono sentite di tutti i colori, e anche la curva ha concluso in polemica – sembrano tuttavia eccessive. Per il suo potenziale la squadra è al livello delle sue ambizioni, e anche se gli errori di Palladini e dei giocatori sono davanti agli occhi di tutti, la squadra è la stessa di un mese fa.

La squadra sente il peso di una rincorsa lunghissima e ora sta vivendo un momento di difficoltà, fisico e psicologico, comprensibile. Se ne sentono di tutti i colori, e tra un Bartolomei che parla di salvezza raggiunta e tifosi in polemica, si rischia di perdere il contatto con la realtà, peggiorando una situazione che i giocatori stanno vivendo troppo emotivamente.

Gli errori, l’approccio sbagliato, e l’assoluta mancanza di gioco, sono troppo gravi per essere veri. Si parla di presunzione, ma quello che sembra attanagliare i rossoblu è la paura di sbagliare. Da qui il nervosismo, gli errori, le partite altalenanti. La squadra, Palladini in primis, sente la pressione di una piazza innamorata e soffocante. In questo momento è facile abbandonarsi al pessimismo, ma la realtà è un’altra: la Samb è prima in classifica, ha tre tra i migliori marcatori del campionato, una squadra capace di vincere con tutti. Nulla è perduto, e non c’è niente di cui aver paura, se non della paura stessa.

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