Un gran bel settimanale, con alcune tra le migliori firme del giornalismo italiano.

Indimenticabile ovviamente la rubrica di Giorgio Bocca, l’Antitaliano.

Eppure.

Nonostante in passato L’Espresso si sia distinto anche per inchieste scomode al centrosinistra, l’odore di campagna elettorale sta condizionando la redazione, con una serie di copertine a senso unico: prima Ignazio La Russa (Pdl-Fratelli d’Italia), poi Luigi De Magistris (Rivoluzione Civile, con editorialone del concittadino Saviano), infine una copertina che ha fatto traboccare il mio vaso.

Con che faccia“, è il titolo della prima pagina, e dietro una serie di “facce” e “faccioni” noti della politica nazionale. Da Silvio Berlusconi – immancabile – a Cosentino, La Russa (bis), Gasparri, Casini, Fini, Binetti, Favia (ex M5S ora Rivoluzione Civile), Dell’Utri, Formigoni, Gasparri…

Attenzione: ce ne è appena uno del Pd-Sel, il siciliano Vladimiro Crisafulli, tra l’altro non più candidato (di fatto, un signor nessuno). I due compari di Monti (Fini e Casini) ci sono, ma manca il numero uno. Invece non c’è un Bersani, un Vendola, una Rosy Bindi, o uno qualsiasi che possa appartenere a quel gruppo in copertina, satireggiato a dovere (e se lo meritano ovviamente). Naturalmente è vero che quanto accade nel Pdl ha pochi eguali negli altri partiti (fortunatamente).

Insomma: L’Espresso sta tirando la campagna elettorale del Partito Democratico.

Come se fosse un Tg4 qualsiasi. Mica si può fare gli indignados solo con Fede, eh.