SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una situazione diventata insostenibile quella della sanità nella regione Marche e in particolar modo nella provincia di Ascoli: questo è quanto dichiarato dalla quasi totalità dei sindacati ospedalieri, ad eccezione dell’Anao, che venerdì 1 Febbraio hanno indetto una assemblea generale nell’Ospedale Generale Torrette di Ancona.

Si tratta dell’ennesimo tentativo da parte del personale medico, come ribadito con forza dai dottori presenti all’incontro avvenuto il 25 gennaio presso l’Ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto, di ottenere delle risposte da parte della Regione sulle linee guida da seguire in modo da poter operare al meglio nell’interesse del personale ospedaliero ma soprattutto del cittadino.

Il quadro che si presenta nel plesso sambenedettese è tutt’altro che roseo: ambulatori in pessime condizioni, sale operatorie inutilizzate, ma il problema più grande resta quello della carenza di organico. In questo modo molti settori dell’ospedale si ritrovano in mano ad infermieri, radiologi, laboratoristi costretti a lavorare oltre l’orario contrattuale per coprire i buchi, aumentando così anche il rischio di disattenzioni. Emblematico è il caso della recente riduzione delle attività a causa della mancanza di personale nel reparto anestesia, con i conseguenti disagi per i pazienti, o dei lunghi tempi di attesa delle risposte per il reparto ortopedia che è al momento senza un primario interno, senza tralasciare i circa 300 pazienti in lista d’attesa in chirurgia. Quello che si chiede quindi è di fornire un indirizzo chiaro su quello che deve essere il futuro del nosocomio cittadino che porti ad un potenziamento o ad una chiusura, ma il tutto in maniera certa.

L’impressione generale è quella che la Regione Marche si stia muovendo su due differenti binari: il progetto del dottor Ruta, ex direttore del Dipartimento Salute, che prevedeva la redistribuzione della rete ospedaliera a livello territoriale per intensità di cura non è stato infatti approvato dalla Giunta Regionale. E al presidente Spacca che ha dichiarato un bilancio positivo di 12 milioni di euro nelle Marche-Sud da confrontare con il debito di 27 milioni accumulato dalla zona nord marchigiana, i medici rispondono chiaramente che di quel saldo positivo gli ospedali della Provincia di Ascoli Piceno non hanno beneficiato a favore invece delle case di cura private.

I temi su cui si fondano perciò le proteste del settore sanitario provinciale si riassumono in tal senso: risoluzione del precariato, una rapida procedura di assegnazione dei posti vacanti, una omogeneizzazione dei fondi che non porti a squilibri tra zone, e per concludere una definizione dell’assetto minimo ospedaliero. Nel caso in cui non arrivino risposte concrete in sede di assemblea generale i sindacati si sono detti pronti a scioperare.