SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sembrava una punizione del destino. Dopo un fine settimana da sogno (con la vittoria in extremis di Teramo e il capitombolo del San Cesareo) la partitissima col San Cesareo era diventata presto un incubo. L’assenza di Traini – sostituito da Scartozzi, autore dello sfortunato autogol – gli impegni nazionali di Carminucci – che ha portato alla scelta forzata del duo Djibo-Camilli, protagonisti in negativo dello o-2 – l’infortunio di Aquino – coautore dell’erroraccio che ha portato allo 0 a 3: tutti ingredienti della miscela di un fato avverso.

La Samb è schiacciata dalla pressione, ingolfata: come in una lunga rincorsa i rossoblu arrivano in dirittura d’arrivo col fiatone, stanchi e incapaci di proseguire. Il San Cesareo, pericoloso già al 5′ con Tajarol, costruisce pian piano il suo predominio in mezzo al campo, asfissiando Napolano, limitando Forgione, isolando Shiba.

Ferazzoli schiera De Rosa (centrocampista, classico numero 10) terzino destro, alle spalle di Siclari, e lì mette in scacco Palladini: la catena di destra del San Cesareo mette in grave difficoltà la difesa rossoblu, che tra la frenesia di Djibo (spesso troppo alto per coprire gli spazi tra lui e Napolano) e gli affanni di Aquino (apparso condizionato, fisicamente) è sempre – sempre – sguarnita.

Il primo gol, manco a dirlo, parte da lì: Djibo pressa troppo alto De Rosa lasciando spazio a Delgado che, tutto solo, salta Aquino e tenta la conclusione. Barbetta riesce a deviare, ma la palla carambola addosso allo sfortunato Scartozzi e finisce in rete. Siamo al 25′, e la Samb è già sotto. I rossoblu tentano la reazione con Napolano, ma stavolta la magia non si ripete: il tiro di Re Mida viene respinto, così come le speranze della Samb. da lì c’è solo sofferenza.

La squadra è in evidente confusione mentale, perde la bussola e subisce un altro gol, che parte ancora una volta da destra e trova – ancora una volta – un errore della difesa rossoblu. Stavolta a fare la frittata è Camilli, che dopo il buco di Marini liscia l’intervento permettendo a Vona di mettere in rete indisturbato.

Il 2 a 0 taglia le gambe alla Samb, che si innervosisce (Napolano, ammonito, salterà la partita con la Renato Curi) e perde le misure, rischiando ancora sulle conclusioni di Tajarol e Siclari (ancora sul lato sinistro della difesa, sempre troppo sguarnito).

Nel secondo tempo Palladini spinge subito sull’acceleratore mettendo Puglia e Pazzi per Scartozzi e Forgione, passando ad un 4-4-2 molto offensivo, con Napolano e Puglia sulla linea di Shiba e Pazzi. La mossa dà nuovo slancio alla fase offensiva – i rossoblu si riaffacciano in avanti proprio coi due appena entrati – ma non basta.

La Samb è troppo frenetica, sbaglia tantissimo e offre il fianco al San Cesareo, sempre attivo e pungente. Al 54′ Tajarol fallisce un clamoroso tap-in, ma ha subito l’occasione per rifarsi grazie ad una inspiegabile amnesia del duo Barbetta-Aquino, che regala palla all’attaccante permettendogli di recapitare in rete il pallonetto del 3 a 0.

A 30′ dalla fine, e con tre gol di svantaggio, per la Samb sembra notte fonda. Sembra. Napolano e compagni sono scossi, è vero, e bisogna ringraziare Barbetta se non arriva il quarto gol – ma la squadra è una bomba pronta ad esplodere.

Dopo 10′ di sbandamenti, la scintilla arriva: punizione di Napolano (e chi, sennò?), e gran colpo di testa di Carpani, con palla che sbatte sul palo e dopo pochi – interminabili – frazioni di secondo entra in rete. Uno a tre, a venti dal termine. Sembra solo una piccola consolazione, come il dolcetto dopo la visita dal dentista, ma in realtà è l’inizio di una storia meravigliosa.

La Samb si risveglia improvvisamente, e inizia a fare quel che non aveva fatto fino a quel momento: pressing, dribling, contropiedi. I giocatori smettono di cercare l’appoggio semplice e iniziano a puntare la porta, con la forza della disperazione e la presunzione di riuscirci. I rossoblu spingono a tutto gas, e salvati da un paio di super interventi di Marini e Barbetta, iniziano a spaventare il San Cesareo.

All’80’, sugli sviluppi dell’angolo di Napolano, Djibo (che aveva sofferto molto, fino a quel momento) manda in rete il gol del 2 a 3. Lo stadio impazzisce. Dieci minuti al termine, squadra in dieci (Pazzi espulso), un gol di svantaggio. La Samb è in una posizione difficile, ma in campo è un’altra storia: Napolano e compagni continuano a cercare il pareggio, e dopo dieci minuti di assedio, la rimonta è completa. A segnare è il l’ottimo Marini, che sul calcio d’angolo di uno strepitoso Napolano (autore di tre assist) mette in rete il 3 a 3. Un gol sofferto e meraviglioso, che fa letteralmente tremare lo stadio – oltre che i cuori di tutti i 5 mila del Riviera.

Una partita che era troppo brutta per essere vera è diventata incredibile nel senso più dolce del termine. La Samb pazza, goffa, schizofrenica, trasforma un incubo in un capolavoro, facendo impazzire il San Cesareo (che ora vedrà al campionato con molte sicurezze in meno). Tre gol: al 70′, all’80’, al 90′. Perfezione chirurgica, da copione, che dà luce ad una rimonta incredibile, iniziata con tre papere e finita con tre prodezze. Come non essere romantici con questo sport?

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