SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ricorso in Appello e sorpresa per una sentenza inattesa. Sono i due punti fermi di Giovanni Gaspari, che torna a parlare dopo la condanna pecuniaria emessa dalla Corte dei Conti.

Cinque giorni di silenzio mediatico per metabolizzare una mazzata che – tiene a precisare – “non è penale, ma presenta solamente la contestazione di un danno erariale. Le sentenze si rispettano e si applicano quando sono definitive  – continua il sindaco – il secondo grado di giudizio era un percorso scontato. Non mi aspettavo questo esito, visto che la giustizia contabile mi aveva assolto in merito alla questione della riorganizzazione degli uffici comunali affidata a Giovanni Xilo. Quanto valesse il lavoro realizzato da Piergiorgio Bellagamba dovrebbe rivelarlo il Consiglio di allora, che non lo approvò. Martinelli infatti si dimise. Oppure giornalisti attenti come voi potrebbero chiedere ai responsabili dell’ufficio di Piano. Non spetta a me questa valutazione ”.

L’assicurazione? C’è, tuttavia è assolutamente personale: “Me la pago io, mi costa un migliaio di euro l’anno. Ad oggi, non esiste professionista che non ne possieda una privata”.

La politica però si sa, è altra cosa. Ed il fattore giudiziario non ha fatto altro che aggiungersi ad un clima teso e contornato da mal di pancia costanti. “Sono tranquillo e sereno, non vedo nubi all’orizzonte”, replica laconico Gaspari. Per il primo cittadino contano gli atti approvati in Consiglio Comunale, non il resto: “La crisi c’è quando questi non si votano; non esiste città dove non ci sia discussione politica in maggioranza. Nessun partito si è sfilato. Fino ad adesso”.

Ad inizio febbraio la giunta approverà il Bilancio di Previsione 2013. Dovranno poi passare venti giorni prima della discussione in assise. Qui occorrerà mostrare compattezza, a tutti i costi. Gaspari è d’accordo, seppur con dei distinguo: “Se un partito formato da uno o due esponenti si esprime negativamente, è chiaro che emerga un problema. Ma se il gruppo è di nove rappresentanti, i due dissidenti hanno altro peso”. Riferimento nemmeno troppo velato a Loredana Emili e Sergio Pezzuoli, con la loro battaglia ufficialmente sminuita e relegata a grana di esclusiva competenza del Partito Democratico.

LA POLITICA “MOLLA” LE PARTECIPATE Applicando una legge nazionale entrata in vigore il primo gennaio 2013, il sindaco potrà (e dovrà) assegnare la gestione delle società partecipate del Comune solo a funzionari e dirigenti del Municipio. In primavera si rinnoveranno i cda dell’Istituto Vivaldi, della Picenambiente e della Multiservizi. Gaspari seguirà per forza di cose questo iter: “Così facendo, si interromperà l’esborso di denaro pubblico”. Stop, al contempo, alle puntuali guerre politiche per la conquista della poltrona di turno