SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nella tesa riunione di maggioranza di martedì sera è circolata anche la clamorosa ipotesi di dimissioni da parte di Giovanni Gaspari. E’ stato lo stesso primo cittadino a gettare il sasso nello stagno: “Di fronte alle ultime notizie sarebbe legittimo considerare la mia posizione inadeguata, quindi ditemi se vale la pena andare avanti”, avrebbe riferito alla propria squadra di governo nel corso delle due ore di confronto. Nessuno tuttavia ha osato mettere in discussione l’operato del sindaco, confidando nella possibilità di ribaltare la condanna in primo grado emessa dalla Corte dei Conti.

A tal proposito, i capigruppo dei partiti di maggioranza, in collaborazione col coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, Giorgio Mancini, comporranno a breve un documento d’intesa che attesti la condivisione totale delle scelte di Gaspari ai tempi dell’assegnazione dell’incarico a Luigina Zazio. Si tratterebbe di un atto simbolico fondamentale, capace di spalmare su tutto il team la responsabilità di un comportamento finito sotto accusa.

I vendoliani non si tireranno indietro, eppure le perplessità non sono poche. Mancini e Spadoni, prima della grande ed improvvisa pace del 2011 sfociata nelle primarie di coalizione, erano stati grandi oppositori delle consulenze esterne. C’è pertanto il timore che un drastico ripensamento possa compromettere i consensi elettorali per Sel alle prossime tornate politiche.

“Abbiamo ribadito la nostra vicinanza al sindaco”, afferma la consigliera Pd Giulietta Capriotti. “Avremmo voluto realizzare il Piano Regolatore Generale, ma andavano aspettate le linee guida della Regione. Giovanni deve ricorrere in Appello, assolutamente. Glielo abbiamo chiesto a gran voce”.

Gaspari ha tempo due mesi per decidere il da farsi, anche se nelle ultime ore è emersa una nuova pista, del tutto inaspettata: quella del pagamento e della rinuncia al secondo grado di giudizio. Il suggerimento sarebbe giunto dall’assicurazione che tutela l’amministratore sambenedettese, che teme un pagamento maggiorato delle spese qualora uscisse nuovamente sconfitto nella querelle con la magistratura.

STRAPPO CON I SOCIALISTI La difficile ricomposizione del puzzle è stata parzialmente rallentata dal fronte socialista, entrato in rotta di collisione con Gaspari. Ad un certo punto, il numero uno di Viale De Gasperi ha minacciato persino l’aut-aut: o dentro, o fuori. Tutto per colpa della calda arringa del segretario Umberto Pasquali: “Stiamo dando l’impressione di sperperare i soldi dei cittadini, se poi non portiamo a casa il Prg il malumore sarà doppio. E’ tutto fermo, non stiamo facendo nulla”. E’ servita la mediazione dell’assessore Leo Sestri per spegnere l’incendio.