E tu dici che negli Stati Uniti, oggi, gli interessi reali sui titoli di stato sono negativi, e ti dicono che loro hanno il dollaro.
E poi gli dici che anche in Inghilterra, oggi, gli interessi reali sono negativi, ovvero NON ESISTE ALCUN PROBLEMA CHIAMATO DEBITO PUBBLICO (scusate il maiuscolo) né alcuna dogma medievalesco-finanziario chiamato spread (che in Italia invece condiziona la vita democratica): e ti dicono che lì c’è la City che comanda la finanza mondiale.
E allora fai l’esempio del Giappone, che ha un debito pubblico del 230%, zero rischio di default, interessi bassissimi e negativi anche qui, e ti dicono: “Eh, il Giappone”.
E allora dici che anche qui, nella neo-colonia italiana, quando esisteva uno Stato e c‘erano politici veri e non semplicemente un’accozzaglia di contabili nel migliore dei casi ignoranti, il debito pubblico non era un problema e, all’occorrenza, la rendita finanziaria sui titoli di stato veniva repressa, a vantaggio dell’economia reale: era il 1981, il 1979. E allora ti alzano le spalle, e poi dopo due minuti se lo scordano coscientemente, perché pensare al debito pubblico non come una superstizione ma come ad un numero contabile di nessuna importanza li impaurisce, come un bambino che per la prima volta tocca l’acqua del mare: nel nuovo elemento non c’è la solidità conosciuta, l’avventura fa paura.
Hanno paura di aver creduto in qualcosa che non esiste.
Aggiungiamo, allora, a mo’ di esempio, la Turchia.
Perché anche in Turchia i tassi di interesse reali pagati dallo Stato sono minori di quelli pagati dall’Italia.
Li turchi sono più furbi degli italiani.
I turchi pagano interessi che sono pari pari al tasso di inflazione, o anche qualcosa meno: se l’inflazione è al 10%, i titoli rendono al 10%. Passano quattro mesi, l’inflazione è tra il 6 e il 7%, i titoli sono tra 6 e 7%. Basta ingrandire le due immagini sotto.
I turchi si finanziano gratis: i soldi escono da un tubo (non ditelo a Monti)! Emettono titoli di stato senza problemi. Noi, invece, decidiamo di pagare tassi di interesse positivi. Da 30 anni. Ma come dice Giovanni Zibordi, se qualcuno porterà un esempio concreto di un popolo che ha pagato per due generazioni tassi di interesse positivi sul debito dello Stato, Zibordi è disposto a pagargli mille euro.
Forse per questo, ad Istanbul si costruirà il terzo ponte sul Bosforo, con un investimento di 4,5 miliardi di lire turche, circa 2 miliardi di euro, da realizzare in 3 anni (appalto tra l’altro vinto da una ditta italiana), che comprende anche una ferrovia e un’autostrada da 414 chilometri (clicca qui, articolo de IlSole24Ore). Migliaia di lavoratori, piccole imprese, infrastrutture. Vera ricchezza. Che esce da un tubo. Tutti pagati nella Lira. La Lira turca: + 10% di Pil all’anno, secondi solo alla Cina; un ingresso nell’Unione Europea per anni richiesto, ora sostanzialmente congelato. Anche loro se ne fregano del deficit al 10% circa (come Usa, Uk, Giappone), mentre l’Europa superstiziosa decide che le ex nazioni del Sud devono avere un surplus ventennale…
Che dire: in Italia il popolo obbediente accetta persino che “non ci sono più soldi” per dar da mangiare a 35 indigenti, nel ricco Trentino.
Quando verranno nelle vostre città a chiedervi il voto per andare in Parlamento, mostrategli queste poche righe stampate: se non le capiscono, vi supplico, almeno non li votate.
ps. essendo la corruzione la nostra colpa non redimibile, mi sorprendo dunque a constatare che non solo Usa, Uk, Giappone ma anche, per citarne altri due, Turchia e Cina siano nazioni tanto meno corrotte dell’Italia (ecco l’indice mondiale, per quel che può valere)
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” era il 1981, il 1979 ” … ti direbbero ” ma c’ era l’ iperinflazione a due cifre!”
Che però era causata dallo shock petrolifero e non ” dalla banca d’ italia che era in mano ai politici” .
Domanda: ma se oggi si ripetesse un’ evento del genere sul petrolio che ci facciamo con l’ euro- bello ( e senza scala mobile) ?
Più volte la Turchia ha rischiato di diventare uno Stato Islamico, l’ultima pochi anni fa, ma è stata sempre salvata dal proprio esercito.
Da noi il Vaticano ha già schierano le truppe per far trionfare Monti.
Ci attendono anni molto bui e violenti.
Il problema è l’area euro…. basta vedere l’assurdità del trattato di Lisbona in cui si dichiaravano gli intenti di diventare una delle economie più competitive al mondo entro il 2020, invece siamo con le pezze al cxxo, Grazie Europa!
Con la lira,l’inflazione e tassi d’interesse a due cifre, siamo riusciti ad andare avanti e stavamo molto meglio di adesso!
Il problema,come hai detto tu, è SOLO L’EURO!!
Altro che difendere l’euro e l’Europa! Altro che vantarsi di averci portato dentro l’euro tra l’altro con un cambio suicida (Prodi docet)! Altro che combattere l’antieuro come ci rompe le bxxxx un giorno sì e l’altro pure quel rxxxxxxxxxxxx del Presidente! Perchè non hanno fatto un referendum per chiederci se volevamo o no entrare nell’euro? Perchè gli italiani avrebbero scelto diversamente!Ci ha rovinato!!
Francamente, mi sembra che l’articolo sia un tantino farneticante: ognuno è liberissimo di essere pro o contro l’Europa, pro o contro l’euro, ma che almeno ogni scelta sia fondata. E dire che pure non mancherebbero le critiche all’euro e alla sua gestione di questi anni. Però dire che sarebbe meglio fare come i turchi, cioè finanziarsi senza debito pubblico (e quindi sostenere che lo spread è un imbroglio, come fa qualcuno su tutte le reti tv da qualche giorno), e che la colpa è sempre e solo dell’euro non ha senso per tremila motivi differenti. Due su tutti: l’Italia non… Leggi il resto »
La crescita turca ha ovviamente tanti lati negativi, da noi già vissuti. Ma mi sembra che lei faccia molta confusione. Tanta. Una inflazione tra il 6 e il 10% non è “inflazione alle stelle”. L’inflazione che abbiamo in questo momento in Italia e in Europa è storicamente molto bassa. In Spagna e in Grecia con una disoccupazione tra il 25% e il 30% parlare di timori per l’inflazione penso sia assimilabile ad un crimine contro l’umanità. Secondo: l’inflazione anche al 20% può diventare una mera partita contabile quando gli stipendi crescono altrettanto o, come avveniva in Italia, crescono magari del… Leggi il resto »
Permettimi di non credere che il limite di crescita per l’Italia è del 2-3% annuo! La Germania ha dimostrato che anche paesi avanzati possono crescere al 5%; l’Italia non cresce per problemi strutturali che tutti conosciamo non per limiti imposti. La crescita dei paesi non dipende dalla loro ricchezza ma dalla loro capacità di essere produttivi ed attrarre investimenti esteri (cfr: “Vantaggio Competitivo delle Nazioni”, Porter 1996). Il problema non è il debito in quanto tale ma è relativo alla capacità di remunerare il debito, un paese che cresce al 10% ma si indebita per il 7% anno è assolutamente… Leggi il resto »
La ringrazio, sebbene si potrebbe ancora discutere a lungo su alcuni punti che ha sollevato che mi trovano in disaccordo, con tutto il rispetto la sua risposta è stata molto più chiara ed esauriente dell’articolo. In questo periodo è facile solleticare gli istinti di chi se la passa male, ed è responsabilità di chi scrive essere il più chiaro possibile per non evitare fraintendimenti. Come il suo articolo sul budget europeo da allargare per rimediare agli scarti di competitività crescenti tra stati membri mi sembra limpido e ragionato, continuo a pensare che paragonare la situazione italiana a quella turca sia… Leggi il resto »