SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non si è fatta attendere la dura replica degli avvocati, Anna Laura Luciani e Fabio Esposto, difensori di Emilia Cavacchioli e Sandra Di Filippo, alle dichiarazioni dell’avvocato Mauro Gionni, difensore di Antonella De Nicola, amministratrice della Stella Maris, rilasciate il 17 dicembre scorso.

Al centro della discussione, il capo di imputazione contestato all’amministratrice della clinica sanbenedettese, De Nicola, e al suo architetto, Fernando Di Clerico, secondo cui, in concorso fra loro ed in qualità di mandanti di una terza persona non ancora identificata, avrebbero  contraffatto la firma su di una convenzione che avrebbe poi autorizzato la clinica ad ampliare la propria struttura, in un terreno su confine di proprietà. La convenzione sarebbe poi stata depositata al comune di San Benedetto del Tronto. Le due donne si sono costituite parte civile, contro la Stella Maris, nel processo che è cominciato l’undici dicembre scorso.

“Con riferimento alla nota della avv. Mauro Gionni – scrivono in una nota gli avvocati di parte civile -, per conto della Stella Maris, gli avvocati Anna Laura Luciani e Fabio Esposto,  per le parti civili,  intendono ricordare quanto è realmente accaduto nei fatti, e soprattutto quanto è risultato  all’udienza del 11 dicembre scorso, dinanzi al Tribunale di San Benedetto”.

“La Stella Maris ha depositato una serie di documenti per ottenere un permesso edilizio. Fra questi documenti era presente anche una  convenzione con  le signore Cavacchioli e Di Filippo, che però nulla sapevano e mai avevano firmato accordi con la Stella Maris. La grafologa Virgnia D’Angelo  ha eseguito, per conto della Procura, una perizia sulla documentazione che la Stella Maris ha depositato in Comune e ha verificato che le presunte firme dei Di Filippo – Cavacchioli erano totalmente false e difformi da quelle vere. Questi sono i fatti già accertati”.

“E’ pure un fatto accertato che la Stella Maris, dopo aver presentato una documentazione con una convenzione a suo favore, con firme false, è  stata costretta, una volta scoperto  e denunciato l’atto falso, a ripresentare un nuovo progetto in variante. Le illazioni  infondate – concludono gli avvocati di parte civile -, in ordine alla condotta delle signore Cavacchioli e Di Filippo, sono totalmente false e tradiscono l’affanno di voler  distogliere l’opinione pubblica da quelli che sono i fatti reali”.