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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Esce Loredana Emili, entra Claudio Benigni. Allenatore, Giulietta Capriotti, viceallenatore Vinicio Liberati. Si scherza, ovviamente, ma il succo è questo: il Partito Democratico ha sostituito la dimissionaria capogruppo Emili con Benigni, il quale, già nello scorso mandato, aveva sostenuto tale incarico e sempre in corsa: all’epoca, i precedenti gruppi dei Ds e Margherita confluirono nel Pd e Benigni prese il posto precedentemente occupato da Evangelisi e Palestini.

La decisione è stata presa all’unanimità nel corso di un incontro tra i consiglieri comunali del Pd che si è svolto giovedì sera, in Municipio. C’erano però due assenti: Loredana Emili e l’altro consigliere Sergio Pezzuoli, anche lui sulle posizioni critiche della Emili: “Erano convocati anche loro, e ci aspettavamo che partecipassero – spiega Giulietta Capriotti, che da oggi avrà compiti di coordinamento tra i consiglieri comunali.

E l’ombra dell’ex capogruppo resta ben presente nelle parole di Benigni, il quale ringrazia “i colleghi per gli attestati di stima: so che raccolto una eredità pesante perché considero Loredana un asso della politica per competenza ed esperienza. Sono felice per la mia nomina ma non per il modo con il quale è arrivata. La Emili resta un punto di forza nel Pd: ha detto che valuterà le delibere di volta in volta, ma non credo voterà contro a prescindere, resta nel nostro partito”. E aggiunge: “Il tema del contendere, ovvero la vendita di un terreno in zona stadio per realizzare un parcheggio in centro al fine di creare una zona a traffico limitato, come da programma di mandato, non mi è sembrato tanto grande da generare tante critiche. E non credo che il sindaco Gaspari abbia ecceduto nelle parole: era normale rispondesse a tono di fronte ad un attacco inaspettato”.

“Non mi attendevo la mossa di Loredana Emili – afferma Vinicio Liberati – Ma siamo un gruppo di nove consiglieri, due assessori e un sindaco: il Pd non è partito monolitico, fino ad oggi, dal primo consiglio del 18 giugno 2011, abbiamo votato sempre all’unanimità in consiglio, anche se poi c’erano discussioni anche aspre tra di noi, ma abbiamo sempre votato in base a quanto espresso dalla maggioranza”.

C’è, adesso, anche una conta di numeri. Che però Giulietta Capriotti respinge: “Eravamo in 17, con l’Udc: se dovesse venire meno saremmo 15, e senza i due voti di Emili e Pezzuoli saremmo 13: avremmo sempre la maggioranza”.

Però non è detto che, sotto i banchi, non sia necessario, qualche volta, un abaco.