GROTTAMMARE – Osvaldo Fanella privilegia la posizione del tenersi lontano dalla barbarie del rumore volgare che fci umilia e che ci assorda quotidianamente. Infatti viene avanti una musica sottile, sussurrata, tutta rivolta all’anima. Si rivolge alle nostre vibrazioni più segrete e vitali, quelle nelle quali appare la qualità che è in noi. Quella stessa qualità che segna indelebile tutte le sue poesie e le prose nel libro “Come l’onda sul sasso ogni sera” che sarà letto da Manlio Rondoni sabato 1° dicembre, ore 18, alla Galleria Opus di Grottammare.

Ne consegue, necessariamente, che le opere del nostro conoscono uno spazio breve, un alito che emana perfettamente dall’esistenza quando questa non soggiace all’imperialismo egoistico o alla follia del protagonismo. Salvatore Natoli scrive che il “virtuoso” non è l’asceta, bensì colui che sa costruire se stesso. Osvaldo Fanella, con i suoi sussurri da anime clandestine, sta senz’altro costruendo se stesso tenendo però sempre davanti a sé la sua (e la nostra) piccolezza ontologica e quindi la distanza abissale che ci separa dalle altezze sfrenate di Dio, se per caso costui esiste. Sta semplicemente in ciò il suo essere un assiduo della “virtù” così intesa.