SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il colpo di scena a San Benedetto si manifesta all’Agraria, storica roccaforte di Giovanni Gaspari. Lì Matteo Renzi ha trionfato con 142 preferenze, superando di diciassette voti Pierluigi Bersani.

Numeri che si sommano agli exploit, meno roboanti tuttavia ugualmente sorprendenti, delle sezioni Zona Nord e di Via Balilla, che raccontano di un sindaco di Firenze primo sul segretario Pd, rispettivamente per 126 a 103 e per 109 a 107.

Uno scenario che decreta sì il primato cittadino di Bersani col 42,2%, ma al contempo anche l’ottima tenuta del sindaco di Firenze, inseguitore al 41.

Poco più di un punto di distacco, che non fotografa però al meglio i posizionamenti della vigilia della nomenclatura del partito, schieratosi in massa con l’ex ministro. Oltre al sindaco, il segretario comunale Felice Gregori, la capogruppo in Consiglio Loredana Emili, tutti i coordinatori di sezione. Ed ancora, la regina di deleghe Margherita Sorge, il consigliere regionale Paolo Perazzoli, il presidente del Corecom, Pietro Colonnella, e gran parte dei consiglieri comunali.

Dall’altra parte il vuoto, o quasi: Gianluca Pasqualini, Giulietta Capriotti e l’assessore al Bilancio, Fabio Urbinati. “Sono felicissimo, il segnale politico è chiaro e importante”, ha affermato quest’ultimo. “Nonostante il Pd appoggiasse compatto Bersani, i cittadini hanno dato fiducia a Renzi. Siamo andati bene ovunque, sulla costa e in vallata. La gente vuole il rinnovamento”.

Il malumore dei bersaniani è palpabile. I musi sono lunghi, nessuno parla e pure il sindaco, generalmente molto attivo sui social network, ha abbandonato Twitter appena dopo aver comunicato voti e affluenza definivi. Per i detrattori del centrosinistra la performance sambenedettese rappresenterebbe un monito allo stesso Gaspari, in una sorta di elezioni indirette di metà mandato.

A dire il vero, i primi segnali di una mancata larga vittoria si percepirono già a fine ottobre, quando il convegno “Le Marche per Bersani” si svolse dinanzi ad un Auditorium Tebaldini semivuoto. Una manifestazione a cui presero parte diversi amministratori regionali, ma che al contrario non ottenne la partecipazione della cittadinanza.

L’ultima beffa è invece freschissima, con la tappa di Bersani nelle Marche che il 16 novembre scorso si è fermata a Porto San Giorgio, con il territorio piceno stranamente snobbato.