GROTTAMMARE – L’Italia che sta in piedi solo perché non sa da che parte cadere. In appena una dozzina di parole una delle migliori e oggettive descrizioni del Belpaese. Omaggio dell’indimenticabile Roberto Gervaso.

In dieci ore di convegno, ideato dall’Associazione Stampa Rossoblù e dal grottammarese Bruno Talamonti col supporto di un considerevole numero di altre associazioni e amici tra cui Sicilia Risvegli di Pietro Crisafulli, un’ondata di informazioni sull’universo delle staminali alla ribalta delle cronache mondiali proprio in questi rodenti mesi.

Un convegno polivalente e multiforme, dal quale a partire dall’angolazione prettamente medico-scientifica ci si è diramati inoltrandosi in tutti quegli aspetti che ne fanno da contorname, con un’equipollenza di rilevanza però d’altrettanto peso. In primis il discorso legislativo curato da due avvocati del Foro di Venezia, i quali col loro intervento hanno denotato un macchinoso sistema di giustizia che spesso agisce pedissequamente, invece di tutelare quelle famiglie che incombendo nella tragedia patologica di un familiare o di un amico vedono nel trattamento staminale l’unica via di salvezza.

In secundis quello etico-religioso, che per bocca di Don Armando Moriconi richiama all’interposizione tra scienza e coscienza che sinergicamente devono trattare l’argomento ponderando su deontologia medica ed informazione. E poi, ultima in ordine di citazione ma non meno importante la carrellata di testimonianze di coloro che le cellule staminali le hanno viste vivere sulla pelle dei loro figli, mogli o mariti. Speranze, miglioramenti e risultati che inducono alla fiducia e al sostegno nei confronti del duro lavoro dei medici “fuorilegge”.

Una kermesse che ha alternato con maestranza e senza mai tediare tantissime figure così diverse tra loro sia socialmente che professionalmente, il cui comun denominatore è stato la credenza verso una forma di trattamento medico mediaticamente blasonato, contestato, sminuito, temuto e trattato con aborro. Almeno in Italia.

Una crociata scientifica, anzi una guerra punica che tra il 3° e il 2° secolo Avanti Cristo vide scontrarsi amaramente Roma e Cartagine per la supremazia del Mar Mediterraneo e che tra il 20° e 21° secolo Dopo Cristo si ripropone con conformazione diversa. Stavolta si scontrano le cause farmaceutiche per la supremazia del multi-milionario business sui medicinali contro un gruppo di illuminati medici-scienziati-imprenditori, che addirittura vogliono curare con le staminali a prezzi ridottissimi.

Al di là dell’informazione pura e nitidamente espressa, che preferiamo rimandare all’esauriente comunicato stampa dell’Associazione Stampa Rossoblù, quello che più resta impresso dopo “Vite Sospese” è lo sdegno e lo sconforto nei confronti di Mamma Italia.

Anche in questo caso ci si convince sempre più del fatto che se forse ci si riuscirà a liberare da questa aberrante crisi economica magari evitando di cadere nella classificazione di “Paese da secondo mondo” se non di terzo, appare ormai irreversibile la decadenza italica in tale catalogazione da un punto di vista culturale. Burocrazia a iosa, scetticismi che portano le istituzioni a stallare i medici e rinvii a giudizio nei confronti degli stessi che applicano le staminali e che “con ingiuria” affrontano le retrograde istituzioni cercando di salvare vite umane.

I sintomi di una nazione che schiava della sua stessa ideologia contrastante l’innovazione e la ricerca dell’alternativa ostacola la speranza e l’orgoglio di chi si vede chiusa anche l’ultima porta che potrebbe condurre alla risoluzione, pur parziale, del problema. Una penisola, quella italiana, irrazionale, retrograda, eternamente indecisa e schiava dei poteri forti anche per quello che concerne le staminali. L’Italia propaggine geografica dell’Europa, esattamente come la penisola turca lo è dell’Asia. Europa Minore.