SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una “tre giorni” di conferenze e mostre legate alle energie rinnovabili e al nascente mercato che ogni giorno aumenta la sua espansione, correlando economia e salvaguardia dell’ambiente.

Sono queste le tematiche affrontate al Forum di Contrada San Giovanni con illustri ospiti quali docenti universitari, imprenditori, e presidenti delle varie associazioni economiche e non della nostra provincia. Si è discusso di come le  energie rinnovabili possano contribuire a ridurre le spese energetiche cercando di stare al passo con le altre nazioni europee e di come esse acquisiscono sempre più importanza anche nel campo delle imprese, della bioedilizia, delle biotecnologie e nella lotta all’inquinamento.

Particolarmente interessante è stata poi la conferenza sulla Blue Economy tenutasi sabato mattina, dove si è discusso di come Mare, Energia ed Economia possano incontrarsi e fornire nuovi modelli di lavoro e di sviluppo. Un tema sicuramente di grande rilievo per una zona marittima come la nostra, dove si sono affrontate tematiche inerenti i vari aspetti del mare  come la pesca, i problemi del porto, il turismo, la cantieristica e la logistica. Basti pensare che negli ultimi 10 anni la Blue Economy ha sfornato ben 100 milioni di posti di lavoro nel mondo. E’ da qui che San Benedetto del Tronto e le altre zone costiere possono trarre nuova linfa per risollevarsi dalla crisi economica che stiamo attraversando anche tenendo conto del glorioso passato che l’economia marittima sanbenedettese ha offerto all’Italia per svariati decenni, e che ora purtroppo, dati alla mano, è in netto calo.

“San Benedetto era uno dei porti più importanti d’Italia dopo Mazara del Vallo- ha sottolineato il professor Gianluca Gregori, Preside della facoltà di Economia Giorgio Fuà –  Dobbiamo fare in modo che questo patrimonio non sia sperperato. La Blue Economy può rappresentare una grandiosa possibilità di riscatto per le zone costiere se ben sfruttata. Il problema è che fin’ora tutte le varie attività legate al mare sono state troppo settoriali. Bisogna creare una sinergia fra porto, pescatori, politica e attività ricettive affinché tutti insieme creino un vero e proprio coordinamento unificato. La Blue Economy indica nuove prospettive per tutte le attività connesse al mare, dai motori a energia pulita, alle attività estrattive, dall’energia eolica alle reti da pesca ecologiche fino all’utilizzo di alghe per il biocarburante. Ma occorre abbandonare la mentalità settoriale fin’ora predominante”.

Il 70% della superficie mondiale è fatta di acqua – gli ha fatto eco il dottor Danovaro, Direttore del dipartimento Scienze del Mare del Politecnico delle Marche – Noi conosciamo solo il 5% di questa grande massa marina. Abbiamo dunque davanti a noi una grande sfida per il futuro della Terra e del lavoro che dobbiamo raccogliere. Il 60% dei beni e servizi dell’essere umano derivano proprio dal mare e muovono oggi qualcosa come 21 mila miliardi di dollari. Il mare e gli oceani rappresentano un’ opportunità enorme su tanti fronti dalle attività estrattive legate al gas idrato che potrebbe fornire energie per i prossimi 100 anni salvaguardando le specie marine che si nutrono di tale gas, fino alla produzione di energia pulita sfruttando correnti e maree come ad esempio sta facendo la Gran Bretagna che ad oggi riesce a soddisfare il 20% del fabbisogno energetico nazionale  mediante questo procedimento. Oppure pensiamo alle operazioni di raffreddamento di impianti o al cosiddetto Solar Pond che consente di immagazzinare energia solare termica.”

Il futuro dunque è nel mare e sarà bene far tesoro di queste nuove scoperte e ricerche per favorire l’occupazione e la ripresa delle attività connesse agli ambienti marini. Ricerche che allo stato odierno ” la politica non può più permettersi di ignorare e che anzi andranno supportate per favorire la ripresa economica e per far si che aumenti sempre più il ricorso ad energie pulite al pari delle altre nazioni ” come sottolineato dall’Assessore regionale Antonio Canzian, presente alla conferenza.