SAN BENEDETTO DEL TRONTO – C’erano gli amministratori, non la gente comune. E Gaspari, in un certo senso, se l’aspettava: “Non era l’occasione giusta per contarci, di sabato mattina. Era più che altro un incontro tra di noi. I cittadini saranno molti quando Bersani verrà a San Benedetto”. E quel giorno dovrebbe essere vicino, dato che nelle prossime settimane il segretario del Partito Democratico farà tappa nelle Marche: “Nella prima decade di novembre sarà in Riviera, va solo fissato il giorno esatto”.

“Le Marche per Bersani” è stato soprattutto un convegno per addetti ai lavori. Non più di sessanta persone. Tra le presenze “extraterritoriali”,  il sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli, quello di Ancona, Fiorello Gramillano, ed il presidente della provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci. A cui si sono sommati i primi cittadini Valerio Lucciarini (Offida), Remo Bruni (Ripatransone), Luigi Merli (Grottammare), l’assessore Margherita Sorge, la capogruppo Loredana Emili, i consiglieri comunali sambenedettesi Pezzuoli, Evangelisti e Zocchi, l’onorevole Luciano Agostini, i consiglieri regionali Antonio Canzian e Paolo Perazzoli ed il presidente del Corecom Pietro Colonnella.

Tutti uniti dalla parola “rinnovamento”, chiamata a soppiantare il termine “rottamazione”, lanciato da Matteo Renzi e letteralmente detestato dai bersaniani. “Uno parla all’Italia – afferma Gaspari – e ha un’esperienza, maturata e dimostrata sia da Ministro che da presidente della Regione. Dall’altra parte assistiamo ad un generico nuovismo, senza entrare nel merito delle questioni”.

Non è l’unico attacco rivolto al sindaco di Firenze. Ricci lo accosta addirittura a Fonzie. “Se uno in Happy Days non riusciva a dire ho sbagliato, l’altro non riesce proprio a pronunciare la parola uguaglianza. Come possiamo fidarci inoltre di uno che non mostra mai il simbolo del partito nelle iniziative che propone? Vuole mantenere un piede dentro e uno fuori”. Renzi ha quindi la colpa primaria di portare avanti non il rinnovamento del Paese, bensì “il suo rinnovamento, affiancato dalla sua ambizione personale”.

Pacificatore e decisamente meno agguerrito Fiorello Gramillano: “Cerchiamo di evitare le divisioni e facciamo in modo che al termine di queste primarie sia Bersani che Renzi restino nell’alveo del Pd”.