SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si tornerà probabilmente a parlare di Musical Europa Festival già martedì sera, nel corso della tradizionale riunione di maggioranza: 103 mila buoni motivi per farlo, tanti quanti gli euro investiti per la manifestazione ideata e promossa da Gianni Togni. Quasi 60 mila euro finiti nelle casse dell’Acquarello srl, dello stesso Togni, ed altri 43 mila utilizzati  per le cosiddette spese tecniche, coperte per 15 mila euro dalla Regione Marche, per 8 mila dagli incassi dei biglietti e per 20 mila dagli sponsor.

Ed è proprio su questi due punti che imperversano ancora numerosi dubbi. Non vi è infatti ad oggi nessuna traccia del numero esatto di ticket venduti in occasione delle serate di gala al PalaRiviera del 21 e 22 luglio, condotte da Rita Dalla Chiesa. Dati necessari, quasi indispensabili, per comprendere la reale tiratura della kermesse e capire invece quanti di quei biglietti siano andati realmente a ricoprire la casella degli omaggi.

Intanto, sul fronte Cinque Stelle, Riego Gambini intende non mollare la presa: “Nessuno conosce l’identità degli sponsor. Non vi è traccia sui manifesti, né sul sito internet. Farò domanda al Comune per capire di chi si trattava. Le risposte date non le reputo soddisfacenti”.

Il Partito Democratico per ora non si espone pubblicamente, anche se tra le righe il malumore dei consiglieri è percepibile. La sensazione è che un ampio fronte del centrosinistra spingerà, in fase di ideazione del cartellone 2013, per il finanziamento del minimo indispensabile. Tradotto: nessuna spesa folle, nessun investimento azzardato, insomma, niente più Mef. A meno che le cose non mutino strada facendo.

Margherita Sorge fiuta l’aria e mette le mani avanti: “L’anno prossimo tutto dipenderà tutto dagli sponsor e dai privati. Il Comune non potrà impegnare gli identici soldi”. Un ritornello ben differente da quello pronunciato sul palco del PalaRiviera quando, al fianco di Togni, l’assessore alla Cultura dava certo l’appuntamento all’estate successiva.

C’è poi chi, e restiamo all’interno del Pd, sul caso Mef ha sempre storto il naso. La tesi dominante? Un festival di nicchia del tutto snobbato dal panorama mediatico. Nessuna diretta televisiva, né tantomeno una differita con servizi all’interno di telegiornali e rotocalchi. Difficile che gli uomini di Gaspari accettino una nuova avventura dinanzi alla medesima ipotesi di spesa. In tempi di Bilanci sofferenti e parametri d’imposta Imu rettificati a scapito dei sambenedettesi, per la creatura di Gianni Togni pare essere stata scritta la parola fine. Al primo anno di vita.