MONTEFIORE DELL’ASO – Per molti bambini, esiste una sottile linea rossa tra la conduzione di un’esistenza segnata da uno status mentale indelebilmente marchiato dall’angoscia e dalla mestizia ed una spensierata puerizia caratterizzata da un coinvolgente habitat familiare.

Le cronache di appena pochi giorni fa riportano all’auge un problema tanto ponderante quanto scomodo: l’affidamento dei minori alle comunità. Un processo che se non ben trattato con i giusti mezzi infrastrutturali ma soprattutto umani può causare negli sfortunati piccoli l’esproprio di quanto più prezioso possiedono: la loro infanzia.

Rivoluzionare ideologicamente e materialmente le comunità. Questo il focus della tavola rotonda che si svolgerà a Montefiore giovedì 18 ottobre. Un Think Tank a cui parteciperanno gli operatori del sociale, gli attori principali degli interventi di recupero e sostegno e i tecnici che giorno dopo giorno hanno a che fare con piccole anime perse, costrette all’essere veicolate dalla comunità familiare a quella para-istituzionale.

“Col supporto dei comuni di Montalto, Ripe San Ginesio e Montedinove, tutti bene oliati nelle competenze che il tema richiede – dice il sindaco di Montalto Guido Mastrosani, coadiuvato dal consigliere Simona Carlini e da Oscar Ribichini – abbiamo pensato di realizzare questa tavola rotonda. Ci focalizzeremo sulle tematiche di gestione e sulle fasi d’intervento, anche se l’idea di fondo è quella di stimolare i presenti verso una forma di pensiero che incoraggi soluzioni, proposte, suggerimenti di rinnovo e di abolizione degli stati claudicanti del sistema”.

Il convegno potrebbe fare da apripista ad uno gemello più ambizioso, pensando ad un evento di più larga scala, con l’intervento dei politici per valutare soluzioni anche dal punto di vista istituzionale.

“La tavola rotonda toccherà tanti aspetti, anche quello dello Stato. Il rischio è che si fondino delle comunità solo per creare lavoro e far girar soldi, e che la politica si attivi per specularci. Ci sono tante idee sul piatto, come per esempio l’istituire cooperative lavorative idonee prettamente collegate con la comunità, per veicolare il passaggio dal mondo dalla riabilitazione comunitaria a quello del reinserimento nel mondo del lavoro.

Per gestire bambini, quindi casi umani, è importante creare una rete societaria, un sistema sinergico dove ogni comunità metta a disposizione le proprie attrezzature ed eccellenze degli operatori. Anche questa, tra le altre, una possibile implementazione del sistema auspicata da Mastosani.