SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un provvedimento che rischia di morire ancor prima di vedere la luce. Il Registro per le coppie di fatto proposto nei giorni scorsi dal sindaco Gaspari, sulla scia delle esperienze di Milano e de L’Aquila, si scontra con il muro di molti esponenti di maggioranza, che vanno così a sommarsi all’opposizione del centrista Domenico Pellei e di gran parte del Popolo della Libertà.
Dubbi trasversali, che colpiscono soprattutto il Partito Democratico, movimento che – tramite la sezione giovanile – aveva promosso l’idea di tutelare le coppie conviventi non sposate (siano esse etero o omosessuali) nell’ambito di aree quali l’assegnazione di case, la sanità, i servizi sociali, le politiche per giovani, genitori e anziani, sport e tempo libero, formazione, scuola e servizi educativi, diritti e partecipazione e trasporti. Un passo probabilmente più lungo della gamba, con il primo cittadino che, a questo punto, potrebbe rifiutarsi persino di avviare una discussione sul tema.
In prima fila tra i contrari all’ipotesi del registro Giulietta Capriotti. “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. A dirlo è la Costituzione. Per chi è laico e non vuole sposarsi in Chiesa esiste il matrimonio civile. Le garanzie già ci sono. Vanno tutelati soprattutto i figli, che sono il fulcro della famiglia”. Sposta quindi l’occhio su altri argomenti: “Sto già pensando al riequilibrio di Bilancio, a come impedire che si aumenti l’Imu sulla prima casa. Questi sono i problemi che interessano i cittadini”.
Restando nel Pd, mostrano ampie perplessità pure Gianluca Pasqualini (“la delibera andrebbe analizzata attentamente, ma non ne condivido la linea di principio”) e Vinicio Liberati, che addirittura sposa integralmente il punto di vista di Pellei: “Penso che non voterei favorevolmente, spiegando la mia opposizione in maniera approfondita”.
SECCO NO DA “CITTA’ APERTA” Non coglie invece la finalità del Registro, Roberto Bovara, consigliere di Città Aperta (lista civica legata a Gaspari): “Una volta inseriti i nomi, cosa cambia? Un uomo e una donna possono sposarsi in Comune, qualora volessero. Se, al contrario, il discorso riguarda gli omosessuali, non vorrei fosse il primo passo per pretendere l’adozione dei bambini”. A rincarare la dose ci pensa poi l’assessore allo Sport Marco Curzi, sempre di Città Aperta, che minaccia: “Se si discutesse in giunta di questa proposta mi alzerei e me ne andrei. Non si può pensare di amare a tempo determinato”.
Si trincera dietro al silenzio il dipietrista Giancarlo Vesperini. Una reazione inaspettata la sua, considerato che, anche qui, erano stati i Giovani Idv a sollecitare il confronto per il riconoscimento delle unioni civili.
ZOCCHI FAVOREVOLE A non negare aperture sulla vicenda Sergio Pezzuoli, Silvano Evangelisti e Alessandro Zocchi. Quest’ultimo precisa: “Con Gaspari non abbiamo mai affrontato una discussione, vorrei capire l’utilità concreta di questo Registro. La famiglia è un valore da difendere, ma società è mutata, chi convive va riconosciuto, come va riconosciuto in un modo o nell’altro l’amore tra omosessuali. Ovviamente, su questo punto serve una legislazione nazionale, non possono farlo i Comuni”.
CALVARESI SMENTISCE PELLEI Stupisce infine l’ammonimento del Presidente del Consiglio Comunale, Marco Calvaresi, nei confronti del compagno di partito Domenico Pellei. “Dicendo no ha espresso la sua opinione personale. Io sarei d’accordo ad un Registro. Ci sono soggetti divorziati che non vedono riconoscersi diritti con la nuova o il nuovo compagno”.
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Calvaresi sei sicuro che l'UDC la pensa come la pensi TU ?? o è rottura??
complimenti a Bovara Roberto, e per la prima volta sono d'accordo con Curzi.
Al Sindaco Gaspari vorrei invece dire una cosa. : perchè non affronta il problema dei separati, degli uomini separati che vanno a finire sotto i ponti, una volta separati ?? nessun diritto solo pretese e bastonate dalla loro EX sbaglio ?? non credo..
Spero che il consigliere Giulietta Capriotti non abbia approfondito il tema, perché mi pare completamente fuori strada.
La questione non è distinguere tra matrimonio religioso e laico, praticamente scissi dal referendum del ’74, ma riconoscere e tutelare una qualsiasi coppia che non voglia/possa ricorrere ad un arcaico sigillo chiamato matrimonio.
“Arcaico sigillo”, Gundam sei forte. Tra virgolette anche il forte naturalmente.
Sono d’accordo col giudizio coinciso ed efficace di Gundam…mi viene da chiedere “ma dove vive la consigliera Capriotti?!!”.
Spero lo sappiate ma molti dei nostri parlamentari che votano contro i diritti alle coppie di fatto sono essi stessi conviventi fuori del matrimonio, ma, non si sa perché, godono di un trattamento legislativo di favore, che si sono fatti ad hoc, per cui i loro conviventi sono trattati con gli stessi diritti che avrebbero dentro un matrimonio regolare: assistenza sanitaria, quota contributiva doppia, reversibilità della pensione… È dal 1990 che i parlamentari si sono fatti una legge apposita, per cui basta che il partner dichiari di convivere “more uxorio” da almeno tre anni e la legge lo tratta come… Leggi il resto »
Il PD…un partito moderno, futurista, progressista, europeo!!!!ahhahahaha…ognuno pensa una cosa, per questo e’ democratico!1ahahhah
Non posso che mostrare sdegno per la parole di Giulietta Capriotti.Tra le coppie di fatto non ci sono solo coloro che per scelta decidono di non avvalersi di una firma su un contratto per tutelare i propri interessi.Io ed il mio compagno conviviamo da 11 anni e per fine mese firmeremo quel contratto chiamato matrimonio dopo aver atteso per 18 anni lui e 14 anni io il tanto sognato divorzio.Per 11 anni non abbiamo goduto degli stessi diritti degli altri cittadini pur assolvendo a tutti i doveri verso questo Stato che non ci riconosceva nulla.Non pensiamo solo al lato economico… Leggi il resto »
Cara Silvia74,
per molti eravate nel “peccato”, quindi dovevate soffrire.
E’ orribile, ma gran parte della gente che ci circonda è crudele e con qualche rotella fuori posto.
Cara Silvia74 la tua esperienza non è un problema di registro di coppie di fatto ma il problema è dovuta ad una giustizia lenta e bizantina nessun essere umano merita durate strazianti di processi seppur di tipo civile, questo è il vero sintomo di inciviltà italiana!
Caro Alessandro84 ,e’ vero che la mia esperienza e’ dovuta ad una giustizia lenta e bizantina ma rimane il fatto che io ed il mio compagno di vita eravamo comunque una coppia di fatto a cui veniva negata ogni tutela giuridica.
Si si, l’ho capito, ma se non sbaglio era anche vostra intenzione sposarvi e non l’avete potuto fare solo perchè la pubblica amministrazione (tribunali) sono lenti ed irrispettosi dei cittadini. la vostra condizione di coppia di fatto era transitorio anche per le vostre intenzioni… il problema è che questo transitorio è diventato scandalosamente lungo…
Cara Silvia, se tu fossi su fb, il mio “mi piace” sarebbe il primo….
Sono tra i tuoi amici di fb ;-)
Cara Silvia74 hai tutta la mia solidarietà e comprensione.
Spero che la tua esperienza sia di monito e lezione a tanti Italiani ottusi.
Solo poco più di un anno fa il Parlamento italiano ha colmato un serio ritardo eliminando le distinzioni tra bambini nati dentro e fuori dal matrimonio «Tutti i figli hanno lo stesso status giuridico», era scritto nel primo articolo del provvedimento. Fino a quel momento i figli nati fuori dal matrimonio non avevano parentela, non avevano fratelli, sorelle, zii, cugini. Infatti se venivano a mancare i genitori, anche se i nonni erano ancora in vita, si apriva comunque un processo di adozione nei loro riguardi. Questa riflessione dovrebbe indurci a considerare seriamente la necessità di affrontare, una volta per tutte,… Leggi il resto »