GROTTAMMARE – Riceviamo una nota di Lorenzo Rossi, segretario di Rifondazione Comunista a Grottammare.

A Grottammare, da almeno tre decenni, è consentito a partiti e associazioni di esporre in piazza Fazzini un tabellone informativo dal sabato pomeriggio alla domenica sera. Il circolo di Rifondazione Comunista, partito che non ha finanziamenti pubblici da spendere in grandi campagne pubblicitarie ed è regolarmente censurato dai principali media, si è sempre avvalso di questa opportunità democratica negli anni, segnalandosi come la realtà più presente in piazza. Tante volte i nostri manifesti – gli unici, a dire il vero – sono stati strappati nella notte tra il sabato e la domenica. Un paio di anni fa un tabellone più piccolo, finita l’esposizione domenicale e accantonato in piazza, è stato derubato.

Ma mai si era arrivati a quanto è accaduto sabato 22 settembre. Probabilmente nel primo pomeriggio, appena dopo averlo collocato in piazza, sfruttando lo scarso passeggio di quell’ora, qualche imbecille ha trasportato via il nostro tabellone in legno, portandolo nella vicina pineta Ricciotti, dove ha distrutto il telo di plastica che lo ricopriva, ha strappato il testo affisso, e l’ha sbattuto a terra rompendolo in alcuni punti.

Il testo del tabellone rispondeva alla tendenza in atto a pensare che in politica siano “tutti uguali”, contrapponendo alle ruberie e ai festini di alcuni grandi partiti, ma anche al qualunquismo speculare e innocuo dei “vaffa”, la nostra idea di politica come spirito di servizio gratuito:raccontavamo della quarta edizione del mercatino dei libri scolastici usati che organizziamo da luglio a settembre per cercare di dare una mano concretamente – non solo a chiacchiere o virtualmente su internet – alle famiglie in difficoltà con la crisi economica.

Qualcuno dirà che la distruzione del nostro tabellone è solo un banale gesto di vandalismo. Ma ci si deve spiegare che perché siamo gli unici a subirne. Ricordiamo a chi minimizza che, nel 2004, la sera delle elezioni europee e provinciali, la nostra sede subì un blitz di sette giovani neofascisti, poi fermati dai carabinieri, che infransero la vetrina e demolirono parte degli interni. Nel 2006, poi, all’esterno del circolo venne rubata vigliaccamente una bandiera listata a lutto per la morte di un nostro caro compagno. Lo scorso anno hanno di nuovo imbrattato la vetrina della nostra sede con croci celtiche e svastiche. Per non parlare del fatto che siamo gli unici a subire danni ai tabelloni in piazza, come già ricordato.

In questo grave clima intimidatorio, la nostra risposta sarà ferma. Sabato saremo in piazza di nuovo con il nostro tabellone. Continueremo con più forza l’attività politica gratuita e appassionata che da sempre svolgiamo, ancor più convinti che veniamo attaccati per delle idee scomode in un panorama politico nazionale moralmente degradato.