COLONNELLA – Le centrali a biomasse di Colonnella e Controguerra incompatibili con il territorio a confine tra Marche e Abruzzo. Mario Marano Viola, storico ambientalista ed esponente dei Verdi di Martinsicuro, e il coordinatore provinciale e portavoce regionale dei Verdi Giuliano Marsili, si esprimono in merito agli impianti previsti sulla bonifica del Tronto, di cui tre alimentati ad olio vegetale a Controguerra, per complessivi tre megawatt di energia, e un impianto alimentato a legna per 6 megawatt a Colonnella.

Sulle centrali in progetto i Verdi stanno acquisendo tutta la documentazione necessaria, che sarà oggetto di attento studio, e  i due ambientalisti pongono i primi interrogativi a cui dovranno essere fornite delle risposte.

“La centrale a biomassa – afferma Viola – ha ragione di esistere solo se concepita in piccole dimensioni ed è funzionale alla produzione di energia a servizio dei limitrofi centri abitati. Ma grandi impianti, come quello autorizzato a Colonnella, presentano numerosi aspetti controversi”.

Innanzitutto il grande quantitativo di legna da usare come combustibile: “Se una piccola centrale è alimentata solo con gli scarti delle potature e con piccole quantità di legna reperita nei territori circostanti, un grande impianto ha bisogno di decine tonnellate di legna da bruciare ogni giorno. Come verrà effettuato l’approvvigionamento di biomassa è un interrogativo che bisogna porsi: la centrale sorgerebbe in una zona dove non c’è grande quantità di legname a disposizione, e i boschi presenti rientrano nelle aree tutelate dei Parchi dei Sibillini, nelle Marche, e del Gran Sasso-Laga, in Abruzzo. Non esistono inoltre nei dintorni foreste artificiali che di solito sono usate allo scopo. “Il rischio dunque – aggiunge Marsili – è quello della deforestazione abusiva di aree tutelate, oppure di importazione della legna da grandi distanze o dall’estero, in particolare dall’Europa dell’est, con il rischio di disboscamento di vaste aree eludendo i dovuti controlli”.

I Verdi parlano anche delle emissioni in atmosfera, con i milioni di metri cubi di gas emessi che inquinano l’aria e contribuiscono ad aumentare l’effetto serra (“quando invece il protocollo di Kyoto ci impone di ridurre le emissioni”) e delle ripercussioni sul territorio circostante dal punto di vista economico e turistico. “Centrali come quelle concepite a Controguerra e Colonnella – conclude Viola – sono incompatibili con un territorio come il nostro, dove nel raggio di pochi chilometri ci sono il mare, la Riserva Naturale della Sentina, i vigneti con la produzione di vini rinomati”.

Sulla realizzazione delle centrali i Verdi invitano i due Comuni, ed in particolar modo quello di Colonnella, dove ci sono già le autorizzazioni per la costruzione della centrale, “a tornare indietro con un atto chiaro e concreto”.