SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Spostare la movida al Porto è possibile già da adesso”. Lo ha detto Giovanni Gaspari nel corso di un incontro con i Giovani Democratici avvenuto giovedì scorso, nell’ambito di un faccia a faccia sul delicato tema di Via Mentana.

“Il sindaco ci ha comunicato che la possibilità è concreta”, ha confessato a Rivieraoggi.it il segretario giovanile, Iacopo Zappasodi. “Ci ha fatto l’esempio del Club45, locale che è là da tempo”.

L’impegno di Gaspari di trovare una meta unica per l’intrattenimento pare quindi attuabile in breve tempo. Un’ipotesi che, al contrario, sembrava essere strettamente legata agli esiti del Piano del Porto, ancora fermo al Ministero delle Infrastrutture e che una volta varato non avrebbe visto la luce prima di un quinquennio. “Non so se si riferisse a tutto il Porto o a solo una parte di esso – precisa Zappasodi – fatto sta che le strutture di Via Mentana, volendo, potrebbero attivarsi. L’estate sta finendo, abbiamo un anno quantomeno per cominciare a ragionare”.

A proposito dell’ordinanza del primo cittadino, che obbliga Caffè Mentana, BarCode ed Ippogrifo ad abbassare le saracinesche alle 24, Zappasodi parla di “provvedimento ineccepibile, che tuttavia risolve il problema nell’immediato e non nel lungo termine”. “Dal 2 settembre – continua – la situazione si ripresenterà tale e quale. Bisogna trovare una soluzione che soddisfi le esigenze di tutti; di chi deve lavorare e fare impresa e di chi ha il diritto di riposare”.

Il segretario si trova d’accordo anche con la contestata teoria della responsabilità oggettiva dei locali, colpevoli dei comportamenti scorretti degli avventori pure ad attività lavorativa conclusa: “Lo dicono i regolamenti, non io. Dunque mi trovo per forza favorevole. Certamente, la presenza della Polizia Municipale sarebbe un enorme deterrente, lo riconosco”.

“MANCA L’OFFERTA PER UNA NICCHIA DI GIOVANI” A San Benedetto mancherebbe infine un’offerta per una fascia di giovani, puntualmente garantita dagli esercizi di Via Mentana: “Se quei ragazzi stanno là è perché non trovano altro”, conclude Zappasodi. “Il problema c’è, è innegabile. Però sostenere che San Benedetto è un dormitorio è una bugia. Le offerte ci sono e faremo di tutto per realizzare dei cartelloni che accontentino tutti. L’abbiamo spiegato al sindaco e collaboreremo con lui affinchè la questione si risolva”.