SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo una nota inviataci da Giuseppe Bisacchi, titolare del Bar Code di via Mentana.
Quando abbiamo ricevuto la comunicazione della chiusura anticipata abbiamo immediatamente richiesto un appuntamento al Sindaco per conoscere le sorti della nostra attività e del nostro personale. Abbiamo assunto diversi impiegati tra cui i baristi ed il personale del servizio di sicurezza – tra l’altro richiestoci dalla stessa Amministrazione – ed avremmo richiesto al Sindaco se fosse stato possibile deciderne le sorti senza doverci porre il problema di interessarne o meno la magistratura competente. In una situazione come quella descritta indiscriminatamente nelle ordinanze, in cui era necessario cercare di contemperare le esigenze di ordine pubblico con quelle di un positivo svolgimento di attività commerciali debitamente autorizzate ed i diritti acquisiti dal personale dalle stesse per tempo assunto ed impiegato, ritenevamo possibile che, non essendoci stato dato il diritto di poterci esprimere a monte in merito al contenuto dell’ordinanza che ci riguardava, potesse comunque esserci consentito di concorrere nel modularlo diversamente, trovando, se possibile, un equo contemperamento tra le contrapposte esigenze.
Abbiamo appreso solo dalla lettura dei giornali che l’appuntamento con il Sindaco sarebbe stato da lui annullato a seguito di un messaggio apparso su una lavagna esposta fuori dal nostro esercizio, messaggio tra l’altro privo di ogni esplicito riferimento personale e prontamente cancellato, e che probabilmente è figlio della libertà di espressione che – siamo pronti a scusarcene con chiunque ne sia urtato – da sempre guida la filosofia del nostro locale e contraddistingue la nostra clientela, testimoniata dal fatto che la lavagna è a uso e consumo di tutti.
La Segreteria ci ha contattato con rassicurazioni che saremmo stati chiamati dal Sindaco in persona per comunicarci le reali motivazioni dell’annullamento ovvero del rinvio dell’appuntamento, cosa che ancora non è avvenuto. Siamo sempre stati e siamo tuttora dell’avviso che una città rivierasca universitaria come S. Benedetto Tr. debba avere, al pari di ogni altra simile realtà, il proprio spazio dedicato ai più e meno giovani. La Nostra realtà si chiama “BarCode e non “via Mentana o zone limitrofe”, siamo presenti nel quartiere dal 2003 ed abbiamo da tempo selezionato una clientela composta in prevalenza da persone che sfiorano la trentina e per la quale organizziamo periodicamente serate di musica jazz, ospitiamo esposizioni di giovani autori ed aperitivi con rappresentazioni artistiche. Una clientela, dunque, che sicuramente ha ben poco a che fare con chi scambia le pubbliche vie per orinatoi e che ci sentiamo in dovere di difendere.
Ci risulta che in altre città la prevenzione dei possibili eccessi a tutela dei cittadini e degli altri esercenti sia stata da tempo affrontata dalle Amministrazioni utilizzando i propri mezzi. E ciò non vuol dire necessariamente che il Comune ci debba inviare ogni sera una pattuglia della polizia municipale perché eravamo e restiamo a disposizione, come abbiamo già dimostrato, a concorrere in proprio, anche per qualunque altro tipo di collaborazione, rinnovando al Sindaco l’invito, già più volte fatto, di riceverci.
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mai una assunzione di responsabilità dai gestori pero eh…i ragazzi rumoreggiano fuori e loro non c’entrano, la lavagna la usano tutti e loro non c’entrano…bè come gestore hai l’obbligo e la responsabilità di vigilare che nessuno ci scriva la prima castroneria che gli viene in mente..per assurdo uno potrebbe andare lì e scriverci una bestemmia…tanto la usano tutti!!!!
Peppe non mollare!
Beh se il sindaco non li riceve per la storia della lavagnetta, ciò è proprio una scusa, in ogni caso per vigilare su ciò che si scrive sulla lavagna, installerei una telecamera…Merlonghi docet…
Vorrei chiedere dove fanno orinare la numerosissima clientela “selezionata”, avendo un bagno di 1 mq. E dove la fanno bere, avendo un locale di 20 mq?
E’ semplice, ci sono i portoni delle case vicine e l’intera via a disposizione, c’è ben poco da argomentare di fronte a fatti oggettivi e arcinoti.
Il successo bisogna saperlo gestire, se la clientela è numerosa bisogna attrezzarsi con spazi e servizi adeguati, nelle zone adeguate, non esiste nessuna soluzione di compromesso possibile.
Caro Giuseppe, occorre imparare dal Florentia anche per… guadagnare di più. Spostarsi in uno spazio adatto e più grande, quindi avere la possibilità di vendere di più senza infastidire troppo. Il Barcode è troppo piccolo per la clientela che ha attratto. Quindi o accettate un drastico ridimensionamento (tipico “collo di bottiglia”) oppure pensate in grande. Anche per avere davvero spazi adatti a serata musicali e mostre artistiche.
Concordo sul fatto che la clientela del Barcode è decisamente differente da quella del Mentana: se oltre a pontificare e scrivere ovvietà molti si premurassero di andare a verificare coi loro occhi una serata tipo, vedrebbero che davanti al barcode ci sono adulti, i bagni sono frequentati e la security fa il proprio dovere, mentre davanti al mentana e all’ippogrifo, causa vendita di alcolici a prezzi stracciati, ci sono assembramenti di adolescenti in preda ai fumi dell’alcol. Il barcode quindi dovrebbe pagare (in tutti i sensi) per la vicinanza a questi due locali? A First rispondo che la clientela che… Leggi il resto »