SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ne “Le cento perle del mare italiano” compare anche San Benedetto del Tronto. “Fosse stato per me ne avrei inserite diecimila, ma la casa editrice mi ha imposto quel limite. Ecco allora che per la scelta ho fatto appello al cuore”. Lo dice Donatella Bianchi, autrice di un libro nel quale racconta le coste italiane, già studiate e scoperte negli anni grazie a “Linea Blu”, programma del sabato pomeriggio di Raiuno che nel 2012 è diventato maggiorenne. E sempre San Benedetto tornerà protagonista della trasmissione, dopo che la giornalista ha trascorso in Riviera l’ultimo week-end di luglio, quello corrispondente alle celebrazioni della festa della Madonna della Marina. “La puntata andrà in onda a fine agosto. O forse prima, dipenderà dalle scelte di rete. Ciò significa che sarete costretti a vedervi tutte le puntate, in attesa della vostra”, scherza.
Non è la prima volta che vieni qui. Che realtà hai ritrovato?
“San Benedetto un tempo era una delle capitali della pesca italiana. Le prime volte che venni qui i pescherecci stazionavano in seconda-terza fila. Era un porto vivace il vostro. Oggi l’economia della pesca ha subìto un calo generalizzato e anche voi non possedete più quella marineria che vi caratterizzava. Il futuro richiederà una riduzione dello sforzo di pesca. Non è detto che sia un male. Il potenziale è grande, non va disperso, bensì riconvertito. I pescatori prendano in mano il futuro in chiave moderna, non si lamentino. Ma la città li supporti”.
Quali sono a tuo avviso le attuali condizioni delle coste italiane?
“Recentemente ho notato interventi piuttosto preoccupanti. Sono state rimesse le mani su costruzioni che erano state bloccate dalla magistratura, hanno riaperto cantieri che erano stati chiusi. Ecomostri orrendi che erano sulla via della demolizione ora non lo sono più. Spero siano solo segnali isolati”.
Come nacque l’avventura a “Linea Blu”?
“Lavoravo nella redazione romana del TgR e collaboravo con Raitre per un programma di agricoltura. Contemporaneamente stava nascendo questo contenitore sul mare e la Rai era intenzionata a scegliere una giornalista interna. Presero me; mi confrontavo con un mondo prevalentemente al maschile. Fu una sfida”.
Dopo diciotto anni di conduzione itinerante ininterrotta, quanto il fascino ha lasciato il posto alla monotonia?
“Molto dipende dal gruppo di lavoro che ti porti dietro e da quanto questo sia affiatato. Inoltre, in ogni luogo c’è sempre qualcosa che la volta precedente hai lasciato in sospeso o che non hai raccontato. Le novità le trovi sempre e a me intrigano molto. Ovunque vada è un ritorno a casa, mi fa piacere ritrovare amici”.
Da come ne parli, sembri orgogliosa del tuo programma.
“Sì, molto. Per me è una missione. Nel 1994 nessuno parlava di mare in televisione. Io lo faccio per aiutare certe realtà, per offrire un supporto. Senza dimenticare che Linea Blu è un format Rai, assolutamente autoprodotto, che noi mandiamo in onda in tutto il mondo grazie a Rai International e che in fatto di ascolti regala ampie soddisfazioni”.
Il tuo esordio in tv risale al 1978, quando appena quindicenne affiancasti Corrado a “Domenica In”.
“All’epoca le donne non è che avessero grande spazio, era il periodo delle vallette, facevo la semplice assistente. E poi ero giovanissima, il mio era un ruolo da comprimario. Uscii indenne da quel mondo, riuscii a non contrarre la malattia del teleschermo, dell’apparire a tutti i costi. Quel mondo luccicante mi spaventava”.
E Corrado, che persona era?
“Un uomo vero, una persona straordinaria, umanamente bella”.
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“I pescatori prendano in mano il futuro in chiave moderna, non si lamentino”. Sono io che non conosco l’italiano, oppure questa frase non ha senso compiuto?
….ed io invece non sono d’accordo perchè quello che sta scritto su SBT non è corretto, per me. dico per me ho forti dubbi sulla redazione del testo, dove la Bianchi non sa quello che c’è scritto e non sa la situazione attuale del mondo peschereccio, però tutti innamorati e tutti minimizzatori…
qualcuno è venuto a comprare il libro?..
Forse a questo servirà il TERZO BRACCIO del porto: a dare finalmente un posto ai tanti pescherecci – la leggenda racconta che ne siano oltre 300 – che nell’attuale darsena oggi non riescono più a trovarne. E così vivranno tutti felici e contenti..
“A mille ce n’è
nel mio cuore di fiabe da narrar.
Venite con me
nel mio mondo fatato per sognar…
Non serve l’ombrello,
il cappottino rosso o la cartella bella
per venire con me…
Basta un po’ di fantasia e di bontà.”.
(Riego Gambini)