SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Appena ci siamo conosciuti l’appeal tra me e Enzo è stato naturale. Lo conobbi tramite mio fratello Pino che insegnava dove lui era segretario, uno dei più preparati e esperti. La prima volta fu durante una trasferta della Sambenedettese (a Lecce se non ricordo male) perché, dopo aver iniziato a scrivere una rubrica per Espresso Rossoblu, volle provare l’esperienza di una trasferta da giornalista. per assaporare il “brivido” di dover scrivere articoli, quasi a braccio. Lo storico settimanale sambenedettese, infatti, ha la caratteristica di uscire appena due-tre dopo la gara e tutto va fatto in fretta. E in quei primi anni ottanta non era facile come adesso.

Le trasferte con Enzo, gara a parte, erano caratterizzate da una specie di rito: solitamente eravamo io, Pino, nostro zio Peppino Assenti e lui. Enzo e zio Peppì (lo chiamava anche lui così come molti allenatori e giocatori di quel tempo) durante il pranzo davano il voto alle pietanze, al servizio e al vino. Enzo prendeva appunti e raccontava il tutto in un articolo che rendeva gradevole e piacevole da leggere, grazie al suo inconfondibile stile e ad una fantasia con la quale rendeva affascinante anche argomenti di poco conto come potevano essere le “pagelle al cuoco”.

Chiusa questa parentesi che è un piccolo particolare dei momenti che abbiamo passato insieme, voglio esprimere le mie sentite condoglianze e quelle del giornale (anche di Espresso Rossoblu) con una bellissima sensazione. Dopo essere diventato giornalista pubblicista con noi, iniziò a collaborare con il settimanale diocesano l’Ancora, del quale è poi diventato Direttore. Nelle circostanze in cui il mio essere giornalista scomodo mi portava (e mi ci porta ancora) ad essere contestato e guardato male da politici, dirigenti della Samb e  anche dai mie colleghi, Enzo con grande stile non si intrometteva ma, nei suoi occhi e in un silenzio più eloquente di tante parole, leggevo una complicità favorevole che per me era più che sufficiente.

E’ un mio semplice ricordo di Enzo, ora  tornato accanto alla sua adorata Bruna, al quale aggiungo le parole di mia moglie appena gli ho comunicato la triste notizia “Era una persona che tutti stimavano e questa è la cosa più importante da lasciare ai vivi quando arriva il momento di tornare al Padre”.  Proprio così, la penso esattamente come lei.

Addio Enzo