Troppe cose storte.

Mi ero già espresso lo scorso mese di marzo su “il Fatto Quotidiano”, giornale atipico e ambizioso e d’origine battagliera, con una lettera che non ha trovato risposta (male), indirizzata alla giornalista marchigiana Sandra Amurri, sui motivi per cui il giornale di Padellaro e Travaglio era in crisi di lettori. I motivi da me paventati come causa del parziale disinteresse verso Il Fatto Quotidiano sono invece diventati un grave problema di informazione. Proprio perché la genesi del “Fatto” è ben diversa dagli altri giornali nazionali.

Un conto, infatti, è non riuscire a decifrare immediatamente il passo di cambio, dal berlusconismo e dall’antiberlusconismo, alla nuova era tecnocratica, un conto è non sapere letteralmente che pesci pigliare dopo tutti questi mesi ed essere così, anziché critici, funzionali al Nuovo Potere. Imperdonabile per un giornale che invece è giustamente critico coi ladri di polli di casa nostra.

Faceva sorridere l’articolo (presto scomparso dall’home page) di Marco Lillo, del 24 aprile: “Il Monti che mi piace“. Ancora qui, l’esperto giornalista giudicava la politica tecnocratica solo con i vecchi occhiali antiberlusconiani. Sbadigli.

Fanno sorridere anche le cavalcate di un personaggio pittoresco come Fabio Scacciavillani, un presunto esperto di economia che deve giudicare Monti e Draghi. Vero Chicago Boy, ha lavorato per Fondo Monetario Internazionale, Bce, Goldman Sachs, prima di coprire incarichi a Dubai e Oman. Scacciavillani lascia intendere che dobbiamo soffrire in quanto maiali (sorry, Piigs) e ci meritiamo tutto il peggio. E inoltre, non si deve pensare che la situazione possa cambiare in qualche modo. Ma appunto, fa sorridere e sbadigliare: sta all’austerità della Troika come un funzionario del Pcus stava ai Soviet.

Ma quando si tratta di decidere da che parte stare, al di là della politica interna e giudiziaria (dove il giornale ha ancora la sua rilevanza) son dolori. Il principale giornalista economico, Stefano Feltri, dovrebbe diventare, nella nuova situazione post golpe finanziario, il principale punto di riferimento per capire la linea del quotidiano. Ma ecco che, in vista del ballottaggio Hollande-Sarkozy, Feltri scrive: “Perché (forse) voterei Sarkozy“. Incredibile, Feltri prediligeva Sarkò perché avrebbe garantito il rispetto delle regole (assurde) dell’Unione Europea. Non capisce praticamente nulla del collasso in corso e si augura che, come un atleta, le economie e le società soffrano per diventare più forti.

Ci ricasca, il Feltri, e di fatto si scava la tomba giornalistica con le sue mani. Basta il titolo: “Spread, ricatto alla Germania” e l’attacco: “Mario Monti in questi giorni è un enigma“. L’articolo è del 21 giugno.

Ora, chi mi legge sa cosa penso del governo (o junta) Monti. E immagina che il tentativo montiano di strappare alcune concessioni all’Unione Europea e alla Germania è frutto della pressione politica che i partiti che lo sostengono (Pdl e Pd soprattutto) praticano, perché la crisi sta demolendo il loro elettorato (anche del Pd).

E le concessioni chieste da Monti (piano anti-spread e non conteggio degli investimenti all’interno del deficit pubblico) sono (erano?) le uniche due carte che, se vincenti, avrebbero potuto zittire alcuni critici come me. Feltri, e quindi “Il Fatto Quotidiano”, hanno invece scelto di scavalcare persino Monti (…) sul rigorismo finanziario folle che sta uccidendo l’Europa.

Come sulla infelice uscita su Sarkozy, “Il Fatto Quotidiano” ha così spostato il proprio orientamento politico addirittura oltre la (finta) destra italiana del Pdl, e ovviamente oltre il “nemico” Pd. “Il Fatto Quotidiano” è un giornale quindi espressamente e ripetutamente a favore delle assurde regole europee, tecnicistico, affama-popolo.

Non è un caso forse, che nessuno in Italia abbia l’ardire di condividere certe posizioni, fatta eccezione per Emma Bonino (la quale così spera di far dimenticare le tante stupidaggini dei radicali e candidarsi alla Presidenza della Repubblica nel 2013) e quei pochi gatti di Fli.

Tipicamente italiano: scaldare gli animi dei cittadini contro le ingiustizie e consegnarli poi al loro peggior nemico. Geniale