Gentile Direttore

L’ultimo suo articolo sulla sanità mi sollecita alcune considerazioni che vorrei condividere con lei e i suoi lettori. Sono d’accordo con lei quando individua le responsabilità dello stato attuale della nostra sanità per larga parte in coloro che hanno governato i nostri territori nel tempo. Se non direttamente (ricordiamoci che le competenze in tema sanitario sono della Regione), ma indirettamente con la quiescenza verso decisioni che avrebbero dovuto essere contestate ( lei ne ha ricordata qualcuna), con l’accettazione di manager che , nel nostro caso specifico, hanno accettato un progressivo impoverimento del nostro ospedale, fino alle condizioni attuali, in cui comunque,  pur mancando decine di figure primariali, ci sono tantissimi professionisti che lavorano con abnegazione e competenza: è  per i nostri cittadini, ma anche per loro, che dobbiamo difendere il nostro nosocomio. Detto questo, vorrei fare alcune considerazioni di più ampio respiro.

La crisi economica del nostro paese, il taglio dei trasferimenti statali alle Regioni per la Sanità ( -200 milioni nei prossimi due anni per le Marche), porteranno un progressivo impoverimento dell’offerta della Sanità Pubblica, ampliando la forbice di diseguaglianza in cui siamo diventati leader. Per cui, chi potrà si rivolgerà ai privati, chi non potrà dovrà accontentarsi. Ed è per questo che sono sempre stata favorevole ad un riordino della Sanità in termini di Aree Vaste. Il cittadino chiede servizi efficienti e di qualità e se per averli deve spostarsi di qualche chilometro, non può e non deve essere un problema. Non ci può essere difesa dei campanili, in questo.

Se ad un cittadino del Piceno viene un infarto cardiaco dovrà andare all’Ospedale Di Ascoli Piceno, perché è lì che con l’angioplastica potrà avere le cure migliori e salvarsi. Ma nell’ottica del bilanciamento e dell’equilibrio tra le due strutture lo stesso cittadino del Piceno dovrà magari venire a S. Benedetto per la successiva riabilitazione Cardiologica, e così via… Ma queste scelte , il famoso piano industriale, deve avvenire alla luce del sole con la condivisione degli operatori, dei sindacati, dei cittadini, della politica attraverso la Conferenza dei Sindaci. Non può essere decisa nelle segrete stanze, calata dall’alto e poi aspettarsi solo l’accettazione supina da parte dei territori. E’ avvenuto con l’annunciata chiusura del reparto di Pediatria, cioè di un reparto che qualifica anche l’offerta turistica del nostro territorio, essendo tra l’altro stata eletta come una delle 41 migliori spiagge dai Pediatri Italiani. Oggi sembrerebbe scongiurata, grazie anche alla levata di scudi del Sindaco, dell’assessore Donati , della politica tutta… ma deve servire questo per evitare ciò che era evidente a occhio nudo? Con quali criteri vengono fatte le scelte? Criteri epidemiologici, scientifici, territoriali, politici, o a caso a testa o croce magari?

Come presidente della commissione sanità comunale, già nel gennaio 2008 tentai di creare un setting (la commissione consigliare appunto), dove discutere di progetti di Area Vasta. Venni boicottata e accusata di ingerenza della politica nella sanità, quando , un po’ ingenuamente forse, volevo solo creare una occasione di dibattito aperta a tutte le forze politiche e ai cittadini. Mi auguro che ci sia ancora il tempo, il margine per poterlo fare.

Firmato: D. ssa Palma Del Zompo

IL DIRETTORE RISPONDE

Carissima dottoressa, innanzitutto la ringrazio per la sua condivisione alla quale però devo aggiungere piccoli distinguo. Anche il sottoscritto non ha mai visto male l’area vasta, ho solo constatato e scritto che la Politica ha sempre sovrastato le vere necessità della sanità e non il contrario, visto che lei dice di essere stata accusata per ingerenza politica: l’unico motivo è che Lei stava cercando di rompere un piano losco, vigliacco e con il contagocce che la Regione ha iniziato venti anni fa. Il progetto era ed è giusto ma poco equilibrato e a sfavore del Piceno. Perché da noi ha trovato un terreno (politico) molto favorevole che lo ha accettato in silenzio, pur sapendo e con tante menzogne. Tanti posti di lavoro ospedaliero “creati” dalla cosiddetta Ditta e carriere, che più verticali non si può, sono stati il prezzo da pagare perché nessuno fa niente per niente. Mi spiegherò meglio in un prossimo DisAppunto.

Grazie di nuovo