SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La pazienza di Giovanni Gaspari è finita. A provarlo è una lunga lettera che il sindaco di San Benedetto ha scritto ed inviato nelle ore scorse a Giovanni Stroppa, direttore dell’Area Vasta 5. Il contenuto è stato letto, su richiesta dell’esponente dei democrat Vinicio Liberati, in chiusura del Consiglio Comunale del 30 maggio, raccogliendo consensi e approvazioni trasversali. “La invii anche al Presidente della Regione, Spacca”, ha consigliato al primo cittadino il capogruppo del Pdl, Bruno Gabrielli.

Ecco il testo integrale della missiva:

Egregio Direttore, ho preso conoscenza in questi giorni, dalla lettura dei giornali, delle linee “ del piano industriale” di riorganizzazione dei presidi ospedalieri della nostra area vasta e della volontà di procedere, data l’impossibilità  di assunzione di  personale infermieristico , all’accorpamento di alcuni reparti e alla chiusura di altri per organizzare il piano ferie estivo.

 Con la presente lettera intendo esternare alcune considerazioni sia di carattere generale che di merito,  a proposito di queste informazioni diffuse  dalla stampa dato che, per quanto mi  riguarda, non vi sono state occasioni di confronto né ufficiali né  informali nonostante i ripetuti  solleciti e gli atti votati all’unanimità dal Consiglio Comunale che ho l’onore di rappresentare e già comune capofila dell’ex Zona Territoriale n. 12:

 Credo quindi che vada in primo luogo sottolineato  un approccio marcatamente unilaterale delle soluzioni organizzative trapelate sia per quanto attiene il piano di riordino e di integrazione in Area vasta sia  per il piano ferie che vedrebbe l’adozione di “scelte offensive e provocatorie” per la nostra comunità.

 Appare quantomeno discutibile  che atti  così importanti, anche se dettati dalla straordinarietà dei tempi, vengano doverosamente discussi con le parti sociali ma senza avvertire la necessità di un confronto preventivo con la “ Conferenza dei Sindaci” i  quali rispondono direttamente della salute pubblica nei confronti dei loro cittadini.

Appare quantomeno contestabile  una programmazione che, nel breve come nel lungo periodo, non tenga conto delle specificità territoriali, delle professionalità, dei dati di attività dei reparti presenti nei nostri ospedali, della necessità ribadita e garantita di una politica di riequilibrio delle risorse  nel finanziamento per quota capitaria  per le zone che negli anni sono state più virtuose.

 Le esigenze che hanno spinto la Regione ad adottare un nuovo PSR e i piani di riordino per adeguarsi alle linee dettate dal Ministero della salute mirano , oltre al risparmio  determinato dalla riduzione dei posti letto per acuti, alla riconversione dei piccoli ospedali per la lungodegenza, riabilitazione e post-acuzie e alla specializzazione dei presidi per rispondere ai nuovi bisogni di salute e migliorare i dati di mobilità che nella nostra Regione vedono un saldo negativo prevalentemente per le aree vaste del nord.

 Credo non sia superfluo ricordare ancora una volta le principali azioni  intraprese negli anni nella gestione oculata e responsabile  della politica sanitaria locale: chiusura e riconversione dei piccoli ospedali, gestione di budget con risorse sottostimate  rispetto alle altre zone sia per il personale che per i servizi. Ciononostante, si è mantenuto un indice di attrazione nei confronti degli utenti del vicino Abruzzo che  ha permesso di recuperare preziose risorse al sistema regionale, di contro insensibile alla necessità di sviluppare gli investimenti nelle Marche sud.

 Il reparto di Pediatria dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto contribuisce a mantenere alta la “ nostra attrazione” con un evidente dato di produzione (ricoveri, Osservazione Breve, assistenza ai nati)  nettamente superiore ai presidi ospedalieri viciniori,  nonostante l’esiguo numero di personale medico presente e soprattutto grazie ad un impegno generoso.

L’attività inoltre registra un deciso  incremento nel periodo estivo per le presenze turistiche (nell’anno 2011, nel reparto di pediatria abbiamo avuto 331 ricoveri , di cui 146 nel terzo trimestre, provenienti da altre regioni  per un importo di circa 500mila euro ); questo elemento non può essere sottovalutato sia per i risultati economici dell’azienda  ma soprattutto per l’offerta sanitaria garantita ai nostri cittadini e ai turisti.

E’ notizia di questi giorni che la Società nazionale dei Pediatri ha inserito  San Benedetto del Tronto tra le 41 località balneari più indicate e sicure per l’infanzia.

 Non può quindi essere presa in considerazione una ipotesi così azzardata, anche solo temporanea, tale da negare ogni fondamento   di attendibilità sia finanziaria che sanitaria . Un Piano aziendale, oggi industriale, o un piano ferie non prescinde dai dati concreti ed effettivi di attività ; anzi, si presuppone, che da questi tragga origine.

 La vocazione della nostra struttura sanitaria verso l’emergenza /urgenza non sembra confermata negli atti in discussione dalla Giunta regionale; si evince da quanto si riporta sulla stampa una forte contraddizione perché vede una contrazione dei posti letto proprio nell’area dell’emergenza.

 Alla luce di quanto esposto ritengo che debba essere convocata urgentemente la Conferenza dei Sindaci per esaminare: sia l’atto della Giunta Regionale dei Piani di Area Vasta (riorganizzazione strutturale della rete ospedaliera dei posti letto), sia il piano industriale strategico per l’Area Vasta 5 ed infine il piano ferie per la portata ed il rilievo che assume nell’organizzazione estiva dei servizi sanitari del nostro ospedale.

In attesa di un sollecito riscontro, cordiali saluti.

“HO LA PELLE D’OCA” Dure erano state pure le esternazioni introduttive del sindaco, stavolta a braccio: “Abbiamo letto tutti le preoccupazioni di chi opera negli ospedali di San Benedetto e Ascoli. Ho cercato di dialogare con i sindaci dell’Area Vasta 5. Le notizie che si susseguivano erano allarmanti. Nella stagione estiva avremo una maggiore popolazione e per la prima volta registriamo un piano ferie che prevedrebbe la chiusura temporanea di alcuni reparti. Mi viene la pelle d’oca. Si è verificato lo scorso anno che, approfittando della chiusura temporanea, il reparto di lungodegenza non venisse più riaperto”.