Dal settimanale di Riviera Oggi numero 919 del 21 maggio
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Si tratta di un litigio”: sembrava una vivace ma solita discussione tra figlia e madre ma poi quest’ultima, anziana, si è sentita male. Il fatto è accaduto in via Trento lunedì 14 maggio: intorno alle 16:30 è stato chiamato il 118, da lì a poco è giunta un’autoambulanza però senza medico a bordo. A quel punto ne viene chiamata una seconda, con dottore al seguito.
Ecco qui, nella provincia italiana, a San Benedetto del Tronto, l’effetto del “Salva-Italia”: conti in ordine (sarà!), e dottore dimezzato (servirebbe un Calvino a tempo della crisi, per spiegare ‘sto mondo). Alcuni volontari della Croce Rossa, accorsi con l’ambulanza in via Trento, hanno confermato che, proprio a causa dei tagli, non sono sempre disponibili i dottori sui mezzi.
Nei giorni successivi al fatto abbiamo approfondito la questione proprio con l’associazione privata che si occupa del primo soccorso. Sentito da noi al telefono, un referente della Croce Rossa, ci ha ribadito che è il 118 di Ascoli Piceno a distribuire le chiamate. Il call center determina le urgenze in base a come viene allertato da chi telefona e fissa il colore del codice (il più grave è il rosso).
A questo punto si rivolge alle postazioni in zona, a cominciare da quella principale che, nel caso di San Benedetto, è l’Ospedale Civile. La chiamata secondaria viene invece girata alle Croci di sostegno (Rossa, Verde, Azzurra e della Misericordia) che sono associazioni.
Solo l’Ospedale però mette a disposizione un medico nell’autoambulanza. Un medico soltanto, uno solo, considerato che gli altri devono rimanere al Pronto Soccorso. Ipotizzando, per chiarire, che le urgenze siano due, una autoambulanza partirebbe con il medico, l’altra con infermieri specializzati in soccorso. Invece l’autoambulanza della Croce Rossa si muove con all’interno un autista e un volontario specializzato Blsd (Basic Life Support – Defibrillation), ovvero esperto in manovre da compiere per intervenire in caso di arresto cardiaco e nell’uso del defibrillatore.
Ora nel caso di via Trento è ipotizzabile, vista la presenza dei volontari della Croce Rossa, che sia stata mandata sul posto prima questa dal 118 e solo in un secondo momento, chi ha richiesto il soccorso ha dovuto ribadire che serviva un medico. Ebbene due autoambulanze sono state ferme per più di un’ora in via Trento in cui, nonostante l’impegno dei volontari e del dottore è venuta a galla, ancora una volta, la carenza della Sanità.
Salvati, Italia.
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….e pensare che qualche Ministro (tecnico) vuole licenziare anche gli infermieri….
Sempre peggio…..
Articolo inutilmente retorico. Chi opera come volontario in autoambulanza sa bene che da almeno dieci anni solo quelle che partono dall’ospedale hanno un medico a bordo, e nemmeno tutte. La crisi e gli eventuali tagli alla sanità non c’entrano proprio un tubo, questa è una prassi esistente da sempre.
Concordo con Jake, peccato che chi scriva questi articoli non sappia nulla di sanità, figuriamoci del sistema 118… basti vedere che ancora si insiste a scrivere “dottore” invece che medico; anche l’infermiere è un dottore, in infermieristica ovviamente. Tralasciando i titoli accademici posso solo citare un episodio: premesso che sono un infermiere di area critica e che nel mio tempo libero coprivo qualche turno di 118 come volontario presso la Croce Rossa sopracitata. Durante un turno fui inviato in codice rosso su un trauma, persona investita, premesso che la centrale operativa era a conoscenza della mia presenza sul mezzo di… Leggi il resto »