SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sul caso Sentina dice la propria anche Rifondazione Comunista. “Non possiamo non esprimerci a favore delle preoccupazioni che il consigliere Marinucci, l’ex presidente d’Angelo e l’assessore Canzian hanno sollevato riguardo all’emendamento che il consigliere regionale del Partito Democratico, Paolo Perazzoli, ha presentato e fatto approvare in Regione”, afferma deciso il segretario del circolo sambenedettese, Gabriele Marcozzi.

“Il fatto che il comitato di indirizzo della Riserva Naturale Sentina diventi un mero organo consultivo e che le sue deliberazioni non siano più vincolanti per il Comune di San Benedetto non può non suscitarci delle perplessità, data l’ovvia natura sovra-comunale della Riserva. D’altronde se non fosse necessaria una gestione allargata della Riserva non sarebbe servito istituirla, ma sarebbe bastata l’autonoma decisione del Comune di San Benedetto nel preservare tale area con una pianificazione esclusivamente locale ed autonoma. Così non è stato per la rilevanza strategica che la Riserva riveste non sono in ambito regionale ma anche rispetto a tutta la costa adriatica”.

Quindi prosegue: “In democrazia è importante che ci siano i pesi e i contrappesi, e questo equilibrio deve essere garantito ovunque. Il Comune di San Benedetto ha voce in capitolo nel comitato di indirizzo con ben due rappresentanti e quindi non si comprende il senso di questo emendamento, che effettivamente Perazzoli non ha mai adeguatamente spiegato”.

Ce n’è infine anche per il sindaco Gaspari, ritenuto colpevole per via del suo prolungato silenzio sulla vicenda: “Un comportamento sospettoso, nonostante comprenda l’imbarazzo di dover scegliere se umiliare il proprio partito, acriticamente schierato con il consigliere Perazzoli, o l’assessore Canducci, che ancora si sbraccia a negare i rischi che il suo stesso compagno di partito ha portato all’attenzione della cittadinanza. E’ finito il tempo di tenere i piedi in due staffe: dica, Giovanni Gaspari, se sostiene da uomo di partito la scelta di Paolo Perazzoli o se ritiene, da sindaco, di dover fare gli interessi della città condannando l’operazione e chiedendo l’immediato ripristino del precedente dispositivo”.