Politica nostrana. Credo proprio che molti nodi stanno venendo al pettine e bella non sarà per Pd e Pdl. Credo che chi, tra i facenti parte le due coalizioni, non condivide certe posizioni, farebbe bene a allungare le distanze anche fisiche dopo quelle mentali. Si annuncia infatti un rivolgimento molto simile a quello che negli anni Novanta capitò a Dc e Psi. Si salvi chi può.

Cosa me lo lascia credere? Due particolari che pongo alla vostra attenzione e riguardano il Pd perché il Pdl è già… a buon punto, dopo che il suo leader carismatico è finito dietro le quinte. Ecco il primo: in un’intervista al nostro settimanale in edicola scritta da Edoardo Parente, il capogruppo provinciale del Pd Emidio Mandozzi inizia a prendere le distanze da certi comportamenti del suo Partito affermando che lui personalmente è fuori dalla logica delle caste e dei costi e non può assumersi responsabilità di altri. Indirettamente un’ammissione di colpa verso lo schieramento del quale fa parte. Meglio lui che si tira indietro o chi nemmeno risponde a certe considerazioni sul Pd, inteso come “Ditta” o “Cerchia”? E’ in rotta con i compagni di un tempo o sta per farlo? Approfondiremo perché l’argomento mi sembra interessante in direzione di un cambiamento culturale degli italiani che sta diventando sempre meno un’utopia.

Questo il secondo fatto: in una nota dell’assessore regionale Canzian leggo, tra l’altro, questa frase riferita alla decisione voluta da Paolo Perazzoli sulla Sentina che sta facendo discutere molto da diversi giorni “La proposta approvata dalla Commissione consiliare era molto equilibrata. Peraltro, né il gruppo consiliare Pd, né il Pd regionale, come qualcuno ha erroneamente affermato, ha esaminato e condiviso il contenuto di tale emendamento.  Tra l’altro ho letto le argomentazioni del Consigliere Binci. Mi sono sembrate molto sensate e sarebbe stato davvero opportuno riportare la questione in Commissione consiliare“. Per chi non lo sapesse Canzian e Perazzoli sono dello stesso Partito, Binci no (Sel). Nemmeno durante le peggiori dittature sarebbe possibile fare emendamenti così poco condivisi dai sudditi. Insomma senza entrare nel merito, mi sembra che questa dichiarazione volga totalmente a favore del “ribelle” Pietro D’Angelo. Chi vivrà, vedrà.

Le elezioni di quindici giorni fa e i ballottaggi di oggi stanno chiaramente dimostrando che due barche stanno affondando ma solo chi sarà in grado di gettarsi prima in acqua, oltre a saper nuotare, potrà uscirne indenne. Mi dispiace per chi lo meriterebbe (a livello locale qualcuno c’è) ma non ha la forza di farlo. Negli anni Novanta l’impresa riuscì soltanto a qualche “matusalemme“. Chi ha tempo non aspetti tempo. Le ultime consultazioni stanno dando un barlume di cambiamento che diventerà un falò quando anche i “non votanti” sapranno chi votare.