GROTTAMMARE – Storie d’Italia. Così la perdita di un lavoro diventa dramma al quale si aggiunge la beffa. Di seguito la lettera di un operaio della Ortofrost, la famosa “ex Surgela”, di Porto d’Ascoli.
Mi chiamo Pompeo Cecere operaio dell’Ortofrost azienda che ha cessato l’attività lavorativa alla fine di Marzo 2012 ed ha fatto richiesta per i suoi ventisette dipendenti di Cassa Integrazione Straordinaria la cosiddetta Cigs.
Il tempo necessario da parte dell’Inps per l’erogazione della Cigs in genere è molto lungo può variare tra i cinque o i sette mesi.
Per far fronte a questi tempi burocratici la Regione Marche ha stipulato in data 7 maggio 2012 un Protocollo d’Intesa con alcune banche locali che s’impegnano ad anticipare 800 euro per permettere alle famiglie di andare avanti fino a quando l’Inps eroga il trattamento.
Il paradosso è che le banche interessate per anticipare le 800 euro mensili richiedono un documento che sarà disponibile solo quando ormai l’Inps è pronta a erogare gli importi agli operai.
Per dirla in breve arriverebbero prima i soldi da parte dell’Inps che l’anticipo delle banche firmatarie dell’accordo.
Tutti si vantano di aiutare chi ha perso un lavoro e non sa come fare per mantenere la propria famiglia con questa crisi che attanaglia sempre di più tutta la nazione e in particolare il nostro piceno, ma di concreto le istituzioni non fanno nulla.
Aziende che chiudono i battenti giorno per giorno e in passato erano colossi industriali che rifornivano una buona fetta del mercato nazionale e internazionale.
Siamo tutti operai che hanno superato i 40/50 anni e sono in una fase di terra di nessuno troppo giovani perché vadano in pensione e troppo vecchi per sperare di trovare un altro lavoro.
La stragrande maggioranza dei miei colleghi è monoreddito e si trova veramente in difficoltà anche a sostenere le spese familiari indispensabili.
In questo periodo di recessione che, secondo me è il più duro dal dopoguerra in poi, si dovrebbero incentivare di più le imprese serie, chi ha veramente le giuste idee per intenderci i veri imprenditori e non i prenditori che prendono solo sovvenzionamenti.
Speriamo che questa mia serva a sensibilizzare le istituzioni e a fare in modo di aiutare imprenditori che credono ancora nel nostro territorio per fare in modo che ci sia una ripresa economica per il bene di tutti perché ovviamente finché le fabbriche chiudono giorno per giorno sia inutile tenere aperti i negozi e i centri commerciali nei giorni festivi, o fino a mezzanotte, con la speranza che aumentino le vendite.
Purtroppo non ci si rende conto che oggi giorno chi riesce a mantenere un lavoro è come vincere un terno lotto.
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E’ davvero triste vedere come un’azienda una volta leader nel suo settore debba chiudere. Questa situazione dovrebbe far riflettere molto gli amministratori locali.
Inoltre ci tengo a ribadire che il miglior strumento di welfare è un sistema economico industriale competitivo e non sussidi, anche perchè, come dimostra quest’articolo, spesso sono inefficienti.
Perfettamente ragione ma aggiungo: i sussidi potrebbero essere produttivi e tenere i lavoratori dentro il sistema economico e sociale. In quel modo potrebbero essere anche molto più numerosi. Immaginiamo un ingegnere che diventa disoccupato e un meccanico che diventa disoccupato: invece di dare 2000 euro al mese per due anni possiamo darglieli anche per 3 anni se insieme mettono a posto le tubature dell’acquedotto che perdono il 50% dell’acqua… è un esempio semplice semplice tra i tanti possibili. Ah scusate, ma la Merkel e Draghi non vogliono, non sia mai aumenta l’inflazione dello zero virgola…
Assolutamente d’accordo…. è proprio questo tipo di interventi che devono fare le amministrazioni per migliorare la competitività di un territorio…
Purtroppo chi ha problemi economici è lui che li ha. L’articolo è reale, e ci mancherebbe. Però, l’ivito è a Pier Paolo Flammini (E, per la sua sensibilità!) di sollecitare un’attenzione su questi temi ai sindaci di San Benedetto del Tronto e di Grottammare. Faccio notare, che se vogliono qualcosa potrebbero fare. Non è, che non hanno per niente strumenti.
tra parentesi il sindaco gaspari ha lavorato all’ortofrost per piu di 20 anni e ha iniziato la sua carriera sindacale/politica proprio con i voti degli operai e dei loro nuclei familiari.
Ottimo questa solineatura. Non cambia per niente lo stato dei problemi ma i lettori possono meditare meglio la distanza che si nota con le istituzioni e che è indipendente dalle storie dei protagonisti che le rappresentano.
Solidarietà all’amico Pompeo e agli altri operai della Ortofrost, più nota come Surgela. Ci si sarebbe aspettato un supporto molto maggiore da parte del loro ex-collega Gaspari, attuale sindaco di SBT; da quello che ho saputo per rendere competitiva la gestione sarebbe bastato ridurre i costi energetici e dell’acqua, voce molto importante su quel tipo di attività. La mano pubblica avrebbe potuto senz’altro intervenire per aiutare una attività produttiva in crisi ad andare avanti, e non lo ha fatto! Le persone non vanno lasciate indietro, o si rende il territorio più accogliente per le imprese, o si aiuta l’iniziativa privata… Leggi il resto »