SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un silenzio che fa rumore e che prosegue giorno dopo giorno. Perchè il 30 aprile, data fissata da Giovanni Stroppa come termine per presentare il nuovo piano per l’integrazione dei servizi sanitari piceni, è passato da un pezzo.

Non è un bel segnale, questa attesa conferma tutte le nostre preoccupazioni”, sbotta il vicepresidente della Provincia Pasqualino Piunti, che tira in ballo anche l’ultimo consiglio comunale: “Sono passati quindici giorni dall’assise nella quale avevamo sollecitato il primo cittadino di organizzare una conferenza dei sindaci per capire le linee guida. La votazione era avvenuta all’unanimità, avevamo compreso che c’era una volontà dall’alto di ritardare. Nel cronoprogramma della Regione del febbraio scorso il concorso per pediatria e ostetricia sarebbe dovuto partire entro fine aprile. Attualmente non ci sono nemmeno le terne”.

Piunti cerca quindi di trovare delle risposte al comportamento titubante del direttore dell’Area Vasta 5 e di Palazzo Raffaello: “Forse hanno il timore di dirci che per loro siamo e rimaniamo sempre le Marche di confine sud e che a differenza del nord, che possiede due aziende ospedaliere, non ritengono di dover sfruttare le stesse caratteristiche, dotandole di eccellenze in pari misura tra Ascoli e San Benedetto”.

Queste sarebbero inoltre funzionali per attrarre cittadini dal vicino Abruzzo: “Non dimentichiamoci del concetto di mobilità attiva – conclude l’esponente del Pdl – che andrebbe a tutto vantaggio della stessa Regione Marche”.

Recentemente, un allarme simile era stato lanciato da Loredana Emili: “Non staremo lì col fucile puntato – avvertiva la capogruppo democrat – però speriamo che lo slittamento sia di qualche giorno e non di mesi. C’è grandissima preoccupazione per una situazione complicata, la città ha bisogno di servizi, questa incertezza è demotivante per tutti quei professionisti che lavorano all’ospedale e che invocano delucidazioni”.