ACQUAVIVA PICENA – Diciassette voti tra il trionfo, di Pierpaolo Rosetti, e l’amarezza. Quella più amara. Perchè forse in certi casi è più auspicabile la mazzata, drastica e cocente, ma capace di non lasciare rimpianti. Invece così è difficile non lacerarsi, calcolatrice alla mano, per un paese come Acquaviva Picena perso in extremis e regalato dopo dieci anni di dominio del centrodestra a Pd e soci.

Puntuale dunque la rabbia del Popolo della Libertà, riversata tutta verso chi quel giocattolo l’avrebbe distrutto: Francesco Sgariglia, reo di aver messo i bastoni tra le ruote all’elezione di Teodorico Compagnoni. Per lui, il coordinatore provinciale Andrea Assenti conserva aspre critiche: “Il dispiacere è grande, ce la potevamo fare. Tutta colpa della sua testardaggine, più volte avvisato. Andava cercata l’unità, al contrario ha voluto seguire una strada autonoma ed è arrivato ultimo. Ha rifiutato qualsiasi proposta, personalmente posso dire di avergli telefonato almeno dieci volte per convincerlo ad andare assieme”.

In effetti sarebbe bastato poco per confermare i colori azzurri in Fortezza. Anche senza il passo indietro dell’ex assessore alle Politiche Sociali, il divario si sarebbe potuto annullare con il mero ingaggio di un candidato della sua lista. Analisi compiute col senno di poi, tuttavia inevitabili per un movimento che da oggi nel Piceno si ritrova con un pugno di mosche in mano: “E’ vero – prosegue Assenti – oltre ad Ascoli nel territorio non governiamo quasi da nessuna parte. Va fatta una profonda riflessione, realtà per realtà. Il Pdl si deve ricostruire”.

E se Compagnoni dall’ufficializzazione del risultato si è ritirato in un assordante silenzio, è sempre Assenti a gettare nuovo veleno: “Abbiamo tenuto bene, mentre chi ha sposato la causa della lista Acquaviva dei cittadini si ritrova senza niente. Non potevamo impedire loro di fare ciò che hanno fatto. Quella di Sgariglia la reputo una fine ingloriosa, non so che tipo di progetto avessero; so che hanno distrutto il nostro. Senza motivo”.

Intanto, lo stesso Sgariglia sfrutta la propria pagina Facebook per sfogarsi: “Ho lavorato per dieci anni come un matto con serietà, onestà, impegno, trascurando spesso i miei affetti ed il mio lavoro. Oggi mi dipingete come arrogante, presuntuoso, irresponsabile. Siete riusciti a ridicolizzarmi con l’arte della menzogna, ma il tempo è galantuomo”.