SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Due episodi di abusi sessuali a distanza di poco tempo ai danni della stessa vittima. Le indagini dei Carabinieri di Sant’Egidio alla Vibrata guidati dal maresciallo Mario De Nicola, hanno portato questa mattina all’alba all’arresto di tre stranieri minorenni di 16 e 17 anni, due fratelli albanesi e un romeno, tutti residenti a Nereto, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una sedicenne italiana residente a Sant’Egidio alla Vibrata e tentata violenza sessuale nei confronti della stessa ragazza e di una sua amica.

Il primo episodio è avvenuto nella giornata del Carnevale di Sant’Egidio, quando la minorenne viene attirata con una scusa da uno dei ragazzini presso l’ex mattatoio comunale, un immobile fatiscente ed abbandonato che si trova vicino al centro cittadino. All’interno la ragazza scopre che ad attenderli ci sono anche altri due giovani, che pretendono di avere con lei dei rapporti sessuali. L’intento però non riesce in quanto la minorenne ha il ciclo mestruale, ed allora il branco la costringe ad un rapporto orale prima di lasciarla andare. La ragazza non racconta nulla di quanto accaduto, ma quando a distanza di qualche giorno viene ricontattata da uno dei tre stranieri con la scusa di vedersi nuovamente al mattatoio per chiarire quanto successo, la sedicenne porta con sè anche una sua amica, ignara di tutto. Di nuovo ad attenderle all’appuntamento anche gli altri due del branco, che nuovamente avanzano pretese sessuali. Le urla dell’amica, a cui si aggiungono anche quelle della sedicenne, mettono però in fuga i tre, e le due giovani trovano il coraggio di raccontare tutto ai genitori, che sporgono denuncia ai Carabinieri. Nel corso di un sopralluogo dei militari all’interno del mattatoio, sono stati ritrovati gli slip dell’adolescente abusata.

I tre minorenni sono stati arrestati con un provvedimento emesso dal gip del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, che ha disposto per il romeno e per uno dei due fratelli il trasferimento all’istituto penale minorile di Casal del Marmo a Roma, mentre per il terzo i domiciliari, in quanto, secondo le indagini, avrebbe avuto un ruolo marginale nella vicenda.