SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Non staremo lì col fucile puntato, però speriamo che lo slittamento sia di qualche giorno e non di mesi”. Parola di Loredana Emili, capogruppo comunale del Pd la quale, pur non mettendo con le spalle al muro Giovanni Stroppa, preme affinchè venga finalmente alla luce il nuovo piano per l’integrazione dei servizi sanitari piceni. Il direttore dell’Area Vasta 5 aveva fissato i paletti attorno al 30 aprile, un traguardo raggiunto ed ormai sorpassato: “Si trattava di una scadenza di massima, indicativa – prosegue la capogruppo in consiglio comunale del Partito Democratico – noi sappiamo che sta completando la proposta da mandare all’Asur e da discutere successivamente alla Conferenza dei Sindaci”.

Un limite non tassativo dunque, che tuttavia rianima le ansie di un territorio che storicamente, in più ambiti, si ritiene penalizzato rispetto ai concorrenti del nord delle Marche. “C’è grandissima preoccupazione per una situazione complicata, auspichiamo che i primi cittadini possano vedere il progetto e cominciare una discussione. La città ha bisogno di servizi, questa incertezza è demotivante per tutti quei professionisti che lavorano all’ospedale e che invocano delucidazioni”.

E se il clima si presenta tutt’altro che tranquillo, la Emili ripone ancora fiducia in Stroppa: “Suppongo che sia consapevole dei timori e delle incertezze di quest’area”.

Del delicato tema si era discusso pure nel corso dell’ultima assise, la settimana scorsa. “Siamo in un ritardo pazzesco”, aveva annunciato allarmata Palma Del Zompo (Idv). “Voglio sperare che esistano ancora dei margini per decidere. Questo fatidico piano che la Regione dovrà presentarci sarà come un pacco di Natale. Speriamo contenga quei servizi che questo territorio merita. Ai cittadini poco importa delle diatribe politiche, a loro interessano i servizi. Stimolare gli amministratori è sacrosanto e bisogna rinunciare al campanilismo. Ognuno dovrà essere disposto a rinunciare a qualcosa”.