MARTINSICURO – Continuità alle opere già avviate dall’amministrazione uscente e più collaborazione tra maggioranza ed opposizione per quelle da intraprendere in futuro. E’ questo l’augurio che fa il sindaco Abramo Di Salvatore alla nuova amministrazione che si insedierà in Comune l’8 maggio.

“Nella storia di Martinsicuro – ha affermato – la nostra è la terza amministrazione che è riuscita a portare a termine il mandato. Ma il percorso che abbiamo concluso è stato pieno di difficoltà”. Il primo ostacolo Di Salvatore lo attribuisce ad “una squadra non coesa, con una giunta in cui non tutti hanno lavorato per il raggiungimento degli obiettivi. Un modus operandi che ha portato ad ottenere risultati solo parziali, e che mi ha visto spesso impegnato in prima persona per sopperire alle mancanze altrui. In questo contesto – prosegue Di Salvatore – ho avuto grande aiuto e supporto dal lavoro portato avanti da Massimo Vagnoni e dal vicesindaco Micozzi”.

Nella conferenza stampa di fine mandato Di Salvatore traccia dunque il profilo di una giunta poco coesa e collaborativa, la cui disgregazione finale si è palesemente mostrata in questa tornata elettorale: solo tre componenti sono restati al fianco di Vagnoni, nella lista Progetto Comune (Cappellacci, Di Tommaso, Monti), altri tre sono confluiti nella Lega Nord (Tommolini, Tuccini e Ciufegni), e due non si sono ripresentati (Micozzi e Carbone).

Ma l’amministrazione della città per Di Salvatore è stata rallentata anche dai contrasti e dalle liti, prima con Fli (che i primi due anni faceva parte della maggioranza e poi è passata all’opposizione), poi con Tommolini, che alcuni mesi fa ha riconsegnato la delega ai Lavori Pubblici, e con le opposizioni, che hanno dato battaglia su molte iniziative intraprese.

6 milioni di euro circa è la spesa affrontata in cinque anni dall’amministrazione, tra cui 2,5 per il pagamento dei debiti fuori bilancio (Torrione e Franchi), 700mila euro per il sottopasso, 1 milione per interventi nelle scuole (messa in sicurezza ed interventi di straordinaria manutenzione), 400mila per il cinema Ambra, 300mila per la casa-famiglia, 200mila per il completamento del Docup per la piccola pesca, 300mila per il taglio delle radici degli alberi lungo le strade e la sistemazione di marciapiedi.

“Posso poi affermare anche con un certo orgoglio che questa amministrazione non ha sborsato un solo euro per spese di rappresentanza. Nessun assessore ha mai usato i cellulari del Comune ma i propri personali, tutte le cene e i pranzi di rappresentanza sono sempre stati pagati di tasca propria da sindaco ed assessori, così come i viaggi a Las Palmas per il gemellaggio con la città. Infine ho sempre usato la mia auto per gli spostamenti e non quella a disposizione del Comune”.

“Sostengo Massimo Vagnoni come candidato sindaco – ha aggiunto – perché rappresenta la continuità amministrativa e la garanzia che molte opere già avviate saranno portate a termine. Purtroppo a Martinsicuro c’è la cattiva abitudine che ogni volta che si insedia una nuova amministrazione vengono azzerate le iniziative intraprese dalla precedente, con un inevitabile danno per la crescita del paese. Io cinque anni fa ho deciso di non proseguire su questa strada e di portare avanti le opere già avviate dall’amministrazione Maloni, come ad esempio il Docup e la casa famiglia”.

Di Salvatore si è poi rammaricato dell’eccessiva litigiosità tra maggioranza ed opposizioni che ha portato ad esasperare gli animi ad esempio sugli accordi di programma e sull’alienazione del terreno di Villa Rosa. “Abbiamo perso occasioni importanti per realizzare opere per la città” ha affermato.

Sulla sua decisione di non ricandidarsi, Di Salvatore afferma che sono state essenzialmente due le motivazioni che lo hanno indotto a farsi da parte: il suo bisogno di restare più vicino alla famiglia, dopo la tragica perdita del figlio due anni fa, e la necessità di tornare ad occuparsi del suo studio legale, dove già lavora sua figlia Maria Elena, avvocato che in questo periodo sta sostenendo l’esame da Procuratore.

“A queste motivazioni personali si aggiunge anche la consapevolezza che l’esperienza di sindaco è molto dura, e non mi sono sentito di ripeterla nuovamente”. Tra i suoi crucci, in questi cinque anni di amministrazione, non essere riuscito a realizzare un’opera su cui puntava e credeva molto: l’ampliamento del lungomare. “Un’opera che avremmo potuto realizzare con gli accordi di programma ma che purtroppo, nonostante i tanti sforzi messi in campo, non siamo riusciti a rendere effettiva”.