Novantunesimo shok  Non c’ero ieri in sala stampa dopo la vittoria sull’Agnonese per cui non ho potuto fare domande o precisazioni in diretta.  Stamane mi sono informato e il mio umore è di molto peggiorato dopo che, durante i 90 minuti di gioco, mi sono ritrovato ad esultare per i gol come non mi accadeva da tempo. Sono passato appena un attimo in sala stampa dove mi aspettavo interviste gioiose legate a quella piccola speranza che ancora resta alla Samb per poter puntare alla promozione nella ex C2. E’ invece no, è successo un finimondo, i due dirigenti Pignotti  e Bartolomei hanno polemizzato con urli e tanta rabbia contro la stampa in generale.

Stampa. Parto da una constatazione che per qualcuno può apparire strumentale, per me no. Bartolomei fa confusione (glielo dico a fin di bene) tra editore e giornalista. Nel caso specifico del giornale di Ancona fa del tutto per tenersi buono il suo corrispondente sambenedettese, a Natale lo sceglie per fare gli auguri ai tifosi rossoblu. Sono scelte, ci mancherebbe altro, e la società è libera di farle ma poi non ci si può pubblicamente lamentare per il diverso trattamento che il giornale di Caltagirone dà  all’Ancona e alla Samb. E’ così e lo sarà sempre. Eppure il sottoscritto lo ha avvertito più volte di questa incongruenza, facendoglielo capire in modo chiaro ed inequivocabile quando nessuna delle tre pagine “anconetane”, “romane” e “bolognesi” si spese per appoggiare l’iniziativa “Tifosi Pro Samb” che lo riguardava direttamente. Ognuno fa i propri interessi. Un segnale, secondo me, di capitale importanza.

Un aspetto che solo in parte addebito però ai dirigenti, in questi casi sono il Direttore generale e l’ufficio stampa a curarli e dare suggerimenti o consigli. Anche per quel che riguarda le trasmissioni Tv (via etere e via web), le stesse non andrebbero contestate ma semplicemente pretenderne la partecipazione per evitare che certi pensieri (chiamatele pure strategie o linee editoriali, fate voi) arrivino agli sportivi a ruota libera.

Nelle mie presenze nel salotto di Bergamaschi e Nucifora ho sempre speso parole libere e di contrasto (se necessarie) a certi discorsi unilaterali ma pare che nessuno se ne sia accorto. Io però non sono la società che ha persone pagate (poco o tanto non importa) per questo tipo di lavoro.

Stadio e società. Un altro aspetto sul quale vorrei soffermarmi riguarda lo stadio, i debiti e le quote azionarie gratis. Per quel che riguarda il “Riviera”, guardandolo ieri durante la partita ho pensato che a tutto si può addebitare la mancata crescita della Samb ma non al suo impianto che farebbe invidia a Novara, Siena, Cesena,  squadre che militano in serie A.

Il problema è da tutt’altra parte e personalmente lo vedo nella mancanza di persone in grado di poter investire a fondo perduto prima di chiedere alla città, quindi al Comune, un “premio”, non il contrario. Al limite si può preventivamente mettere giù un contratto (magari solo pubblico e non legale) legato al traguardo della serie B da raggiungere in un numero di anni prefissati. “Passata la festa, gabbato il santo” è un detto giusto anche per chi agisce in buona fede. Tornando allo stadio nessuno può negare che, senza l’ingresso in società di Sergio Spina, ora sarebbe ancora in stato precario e senza l’omologazione a 7,5 mila posti che oggi ha. Aspetto pareri contrari se esistono. Sui debiti e sulle quote azionarie e sulla necessità che Bartolomei e Pignotti e Spina ritrovino la concordia persa, vi rimando a domani.