SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Parlava bene l’autore inglese Gilbert K. Chesterton quando scriveva che “il mondo non finirà per la mancanza di meraviglie, ma per la mancanza di meraviglia”. Prendiamo a prestito questa sua sentenza per fare due considerazioni, una di ordine generale, l’altra di ordine particolare.

La prima riguarda il mondo della musica e dell’arte. In un momento di forte crisi, non solo economica ma anche morale, in cui lo spazio culturale è marginalizzato rispetto ai grandi dictat della finanza globale, sembra quasi assurdo e fuori luogo poter pensare che si possa investire nell’entertainment di qualità. E altrettanto incredibile appare l’idea che, in una situazione tanto disastrata come quella italiana, nascano ancora delle “meraviglie” da contemplare alla Chesterton.

Qui entra in ballo la seconda considerazione. Nonostante i tagli alle attività artistiche (le prime che se ne vanno perché valutate come superflue, quando invece il valore di un Paese si misura anche e soprattutto dal suo background e foreground culturale) e lo stillicidio del brain drain, stupisce e non vi è “mancanza di meraviglia” nel trovare delle realtà professionali di alto livello dislocate sul territorio -cuore pulsante di una creatività tutta italiana nei secoli mai doma.

E così, nella tappa numero Zero del suo tour nazionale, al “Geko” di San Benedetto del Tronto, martedì 24 Aprile, si è esibita una promettente “meraviglia” picena, la cantautrice Paola Narcisi. Accompagnata alla chitarra dal Maestro Gionni Di Clemente e dalla band “Gregoria’n Barakkas” (Paolo Arcuri, Fabio Penna, Fabio Raspa, Luca Fareri e Gregoria), l’autrice ha presentato in anteprima nazionale il singolo “Una donna sola”, che fa da apripista all’omonimo album in uscita a Giugno 2012. Il brano, prodotto da Angelo Avarello, compositore e arrangiatore, conosciuto al pubblico per l’evergreen “Piccolo fiore dove vai”, è attualmente distribuito su Itunes e in tutti i digital stores.

La cantautrice -spinetolese di nascita- ha proposto al suo pubblico un percorso musicale molto godibile. Il leit motiv della serata è stato l’Amore: non un amore edulcorato e stilnovistico come quello che spesso viene proposto dalla musica leggera italiana, ma un amore caleidoscopico, le cui sfaccettature vengono indagate con molto rigore e attraverso percorsi di autoconsapevolezza.

L’autrice parte dal nucleo familiare, passa attraverso la storia delle sue origini, della sua terra (e guarda caso, per l’occasione erano presenti anche il Sindaco e il Vicesindaco di Spinetoli, Angelo Canala e Giulio Girolami), per approdare a esperienze di vita contrastanti: da un lato, l’affetto per una persona scomparsa, dall’altro l’amore di una donna per un’altra donna. In mezzo, si inseriscono canzoni di denuncia sociale come “Lettera al mio assassino” (colonna sonora dello spettacolo teatrale “Ultima missione Destinazione Inferno”, tenutosi al Teatro Tendastrisce di Roma, lo scorso anno), sull’infame problema della pedofilia, e il brano “Il bambino soldato”, già dal titolo, sin troppo chiaro riferimento ai bambini e adolescenti che, nei principali scenari di guerra, vengono usati come combattenti, esche, posizionatori di mine, corrieri di armi e droga. In un panorama musicale come quello italiano, dove oramai la denuncia sociale è delegata ai rapper bianchi nostrani, fa piacere poter ascoltare anche queste nuove voci cantautorali, che hanno da proporre  ritmi, sonorità e melodie originali rispetto ai più diffusi campionamenti e alle modaiole freestyle battle competitions.

Una voce calda e ricca di armonici, dal colore inconfondibile, ma anche una cantautrice intimista e complessa, con una spiccata predilezione per il jazz, il folk, la bossa nova e la musica etnica: tutto questo è Paola Narcisi. Una promessa marchigiana che l’attore teatrale e giornalista d’inchiesta romano Davide Gramiccioli ha preso sotto la sua ala protettiva, insieme al già citato Angelo Avarello. “Una donna sola”, come recita il titolo del suo nuovo singolo, che darà il via al suo tour a Salerno, il 27 Giugno, con la tappa numero Uno.

Unico neo della serata è stato il missaggio dei suoni: in un ambiente “quasi” chiuso come quello del Geko, la resa acustica e il disequilibrio dei suoni non hanno reso completa giustizia alla voce della cantante, che meritava una più attenta valorizzazione.