ACQUAVIVA PICENA – A settantotto anni compiuti Tarcisio Infriccioli si congeda. Dopo due lustri di comando in Fortezza, lunghi e a tratti decisamente combattuti: “Organizzerò una conferenza stampa d’addio”, precisa. Ma a noi regala un’anticipazione, che poi in realtà è una vera e propria confessione a tutto tondo. “Ringrazio la popolazione acquavivana. Io qui sono nato, loro mi hanno voluto e votato. Il primo mandato fu decisamente migliore, c’erano più possibilità”.

In che senso?
“C’erano maggiori incassi per il Comune, il momento era buono, si poteva proporre di più. Oggi le condizioni economiche sono quelle che sappiamo, inutile che ve lo spieghi. Ho chiesto contributi ai vari enti, ma da Regione e Provincia mi rispondevano che non potevano accontentarci. Purtroppo è difficile per tutti, gli ultimi tre anni sono stati di sofferenze. Abbiamo ricavato briciole e di conseguenza ho eliminato le spese superflue, salvaguardando i settori della sanità e del sociale”.

Tante sono state le critiche.
“Sì, ci accusavano di non voler spendere. Non era vero. Il colpo di grazia ce l’ha dato la neve di febbraio. Il manto stradale è stato seriamente danneggiato, molteplici sono le buche da tamponare. Andrebbe riasfaltato tutto, tuttavia non ci sono i soldi, dobbiamo accontentarci. I cittadini pensano che sia cattiveria, si sbagliano”.

Non può negare l’esistenza di tensioni interne alla maggioranza in questi anni.
“Non erano tensioni. Si portavano gli argomenti sul tavolo, qualcuno la pensava in un modo, qualcuno in un altro”.

 Sindaco, abbiamo assistito a dei rimpasti in corsa.
“Verissimo, ma tutto sommato non c’è stato il macello. L’armonia è sempre rimasta e pure chi se n’è andato successivamente ha continuato a presenziare in consiglio. Il rapporto è stato sincero e buono, l’intenzione di tutti era quella di fare bene”.

 Alle prossime elezioni il centrodestra andrà spaccato, con Compagnoni e Sgariglia leader di due civiche contrapposte. E’ deluso?
“Mi sarebbe piaciuta un’unica squadra, ma le idee erano differenti. La situazione l’hanno stabilita loro, io li ho lasciati liberi. Questi percorsi vanno fatti senza influenze”.

Tra i due si dice che lei propenda per Sgariglia. Smentisce?
“Non è detto che non dia una mano anche a Compagnoni. Nessuno dei due mi ha chiesto sostegno. Io vorrei vincessero entrambi, a parità di voti”.

Quindi nega le voci di recenti frizioni tra lei e il suo vice?
“Sono chiacchiere, e le chiacchiere le porta via il vento. Tra me e Teodorico ci sono stati confronti su temi specifici, non screzi”.

Però Compagnoni, alla presentazione di “Acquaviva Futura”, sembrava volesse ufficialmente chiudere col passato, quasi rinnegandolo.
“Non è un tradimento. Ognuno porta avanti le sue idee, con correttezza. Con lui a dire il vero non ho ancora parlato. Quelle dichiarazioni mi hanno stupito, lo ammetto. Gli domanderò cosa intendesse. Ora come ora non so veramente spiegare il motivo di quelle esternazioni”.

Crede che il centrodestra parta sfavorito? Potrebbe pagare dieci anni di gestione del paese?
“Vorrei tanto che vincesse, non penso che possa accadere quello che lei prevede. Probabilmente abbiamo sbagliato in qualcosa, ma chi è senza peccato scagli la prima pietra. Non siamo stati perfetti al 100%, d’altronde chi lo sarebbe? Non pagheremo niente. I fattori nel tempo mutano, anche se non lo vogliamo. Progetti che si potevano fare inizialmente, poi sono sfumati. Se non ci sono le possibilità è inutile. Ribadisco: non è stata sempre colpa nostra”.

A proposito di progetti, di quale va più orgoglioso?
“Appena mi insediai asfaltai completamente via Sant’Angelo. Parliamo di un tratto di oltre un chilometro”.

Al contrario, porta dentro di sé qualche rimpianto?
“Sì, riguardante la Torre dell’Orologio. Avrei voluto tanto sistemarla. Andai più volte in Regione, sembrava si potessero intercettare dei fondi, fummo messi in graduatoria. Purtroppo lo Stato tolse i contributi e non se ne fece nulla. Mi ero illuso, fu un vero colpo sullo stomaco”.