GROTTAMMARE – “Il mio più bel successo durante gli anni in cui amministrai il Grottammare Calcio? Arrivò alla fine, quando una volta deciso di lasciare trovai nell’attuale presidente Luigi Furnari un degno e competente sostituto”.

Il momento del passaggio di consegne rappresenta per il conosciuto imprenditore grottammarese un marchio indelebile che si porta dentro, un motivo di orgoglio, soddisfazione e arricchimento della propria dignità dopo più di una decade passata alle redini della società rivierasca. Ovviamente non si può stigmatizzare il tutto ad una semplice stretta di mano che sancisce una successione, un tramonto di un’era che porta con se l’alba di una nuova. Sono sicuramente stati tanti altri i momenti e le situazioni che hanno appagato il signor Pignotti in qualità di storico presidente del Grottammare, ma soprattutto che grazie al suo lavoro hanno forgiato nel cuore dei tifosi bianco-celesti una passione per la propria squadra locale che proprio sotto la sua gestione si trovò a vincere ben quattro campionati di seguito nel giro di cinque anni.

Abbiamo approfittato della pausa pasquale per intervistare un simbolo della Perla Dell’Adriatico, un personaggio che ha investito il proprio tempo, i propri soldi e le proprie energie in un sogno volto non solo al consolidamento sportivo della squadra rivierasca nel panorama calcistico nazionale, ma anche e al disopra di tutto, in maniera più ponderante, al rafforzamento e all’insediamento nelle vite di giovani calciatori locali di un senso pratico e agonistico conforme ai valori di lealtà, rispetto per gli altri e fair-play.

Questo e altro è Amedeo Pignotti, imprenditore grottammarese amante del calcio e amato dalla tifoseria del Grottammare, ricordato come il presidente che portò la compagine rivierasca in serie D, massimo campionato della serie dilettanti, nel giro di pochi anni.

“Decisi di buttarmi in questa avventura e restai alla conduzione della società per ben dodici anni. Periodo che mi ha riempito di soddisfazioni a livello personale ed interpersonale, grazie alla collaborazione di persone fidate con le quali ho condiviso gioie e dolori. Uomini e donne che tutt’ora ringrazio di tutto cuore, nonostante le situazioni della vita ci hanno portato a poterci frequentare sempre meno è costantemente vivo in me il pensiero nei loro riguardi”.

Per quello che concerne il Grottammare di oggi, invece?

“A livello dirigenziale non conosco le nuove figure che hanno avuto l’incarico esecutivo ad inizio stagione ma soltanto il direttore generale Pino Aniello e ovviamente l’attuale presidente Furnari, al quale cedetti l’onerosa incombenza anni fa. Credo che la squadra abbia finora disputato un ottimo campionato, superiore ad ogni aspettativa. Consideriamo che in un periodo di crisi economica che si sta sempre di più cronicizzando, è difficile allestire una squadra di calcio con pochi mezzi finanziari a disposizione. Nel caso del Grottammare, che soffriva di questo limite imposto dalla contemporaneità come tante altre squadre, le scelte che sono state fatte hanno condotto a non subire conseguenze né dal punto di vista tecnico nè da quello prestazionale. In realtà, parlo per esperienza personale, i soldi non sempre possono comprare i risultati. L’anno che mi diede più soddisfazioni a livello di vittorie e risultati,fu paradossalmente quello in cui si decise di investire di meno rispetto agli altri, con un costo di gestione contenuto”.

A proposito di investimenti, appena insediatosi l’attuale presidente Furnari cominciò ad elaborare una strategia di rinnovo che doveva toccare diversi punti. Tra i principali lo sviluppo e la formazione specifica di tecnici per il riconoscimento della società come scuola calcio con tanto di qualifica FIGC, e la ristrutturazione/creazione di varie strutture (campo di calciotto, antistadio, bar, ect…). Il suo pensiero al riguardo?

“Una scelta del genere è sintomatica di una persona che ha intelligenza e che ha capito quali sono i punti cruciali su cui occorre intervenire per il bene della società. Le mie più grosse battaglie sono proprio state per rinnovare le infrastrutture. Difatti, appena dopo la mia conferma in qualità di presidente, ricordo che il giorno seguente mi ero già attivato con l’amministrazione comunale per ammodernare lo stadio. Tutto ciò che si fa in questo senso è positivo, direi addirittura prioritario alla prestazione della squadra. Offrire un servizio sociale alla cittadinanza è quello per cui un presidente di una squadra sportiva deve lavorare sodo, e se Furnari fa ciò vuol dire che esiste un proseguo della via da me tracciata ed è sulla buona strada”.

Dopo tanti successi ottenuti ed un consensus ben radicato a Grottammare decise di abbandonare. Come mai?

“A un certo punto mi accorsi di un appiattimento da parte mia, non avevo più quello spirito iniziale e decisi di farmi da parte. Quando viene a mancare quel furore, quell’alito motivazionale è giusto e saggio fare ciò. C’era una rosa di diverse persone a cui potevo cedere la società, anche di fuori. Volevo vendere ma non davo alcuna priorità all’aspetto economico. Il mio scopo era quello di garantire alla società un futuro e ciò posso asserire che è la cosa più difficile da realizzare. Furnari fu la scelta migliore, il mio più bel successo è stato quello di affidare la mia società a lui”.

Potremo un domani rivederla nelle vesti di presidente del Grottammare?

“Ora come ora sono totalmente fuori dal calcio, lo seguo solo come mero spettatore. Tornare come presidente della squadra che ho amato e guidato per tanti anni, mi viene da dire di no. Non ho rivalse o  ostilità nei confronti di nessuno che mi impediscono di tornare, semplicemente quegli anni rappresentano per me un’epoca dove vennero fatte cose giuste e sbagliate. Epoca che considero terminata”.

Invece come presidente di qualche altra squadra di calcio?

“In questo momento la risposta è la stessa di prima, ma nel mondo tutto è mutevole. Magari un domani…”

Pignotti ha avuto diversi riconoscimenti durante gli anni passati nella dirigenza del Grottammare Calcio. Uno tra i tanti è il premio nazionale “Coppa Disciplina 2005/2006 Juniores”. Il riconoscimento è  un “premio assegnato dal Comitato Interregionale sulla base dei provvedimenti disciplinari assunti a carico delle Società durante lo svolgimento del Campionato Nazionale Juniores 2005/2006. Le tre società premiate risultano le meno sanzionate di tutti i gironi del  Nazionale Juniores”. Il Grottammare si qualificò primo, davanti al Trapani e al Como.